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Gli eredi della notte
Gli eredi della notte
Gli eredi della notte
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Gli eredi della notte

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Gli eredi della notte è la quarta ed ultima parte del romanzo “Due cuori di seta”, primo volume della saga “Il nobile casato dei Kingsdale”.
Il romanzo è stato suddiviso in quattro parti separate e questa è l’ultima.
La storia narra delle vicende successive al racconto precedente, dove numerose battaglie contro i demoni, misero alla prova i protagonisti del clan di vampiri, Kingsdale.
Fortunatamente, a portare un po’ di luce all’interno del clan, fu una lieta notizia: Lady Kimberly aspettava due gemelli. Harmony e Zachary.
La gravidanza tuttavia, portò alla vampira diverse conseguenze tra le quali, numerose visioni di un passato che apparentemente non le apparteneva. Oppure sì? E come darne un senso?
Si sottopose così ad una sorta di ipnosi regressiva con l’ausilio del demone Ecate, ripercorrendo tutte le sue vite passate in cui la vedevano protagonista nelle visioni.
Per poi passare ad immagini sfuocate di un ricordo ben preciso che cambierà totalmente le sorti del casato e della famiglia stessa.
Nel frattempo, licantropi e vampiri nemici, ossia Fenrir e Zetesis, stringono una temporanea alleanza per arrivare ad obiettivo comune: rapire i gemelli e togliere di mezzo Arum.
Non sarà solo una questione di continua ricerca del potere, ma anche e soprattutto di vendetta.
Sarà l’ultima battaglia tra gli epici rivali Arum e Zetesis?
L’intento di Fenrir tuttavia si concentra anche su un altro elemento molto importante: gli oggetti sacri di Ecate.
Il fatto non resta indifferente alla principessa vampiro di Dublino, Nexis, che informa Arum degli scopi dell’alfa lican e cercano insieme, di prendere provvedimenti circa la protezione di se stessi, dei gemelli e di quel poco di equilibrio che erano riusciti a riconquistare tra le razze.
Le intrecciate vicende porteranno numerose conseguenze, battaglie e morti che sconvolgeranno il casato Kingsdale e altri clan alleati.
Non mancheranno quindi le sorprese, i colpi di scena, gli amori, le passioni per un finale inaspettato.
LanguageItaliano
Release dateNov 19, 2015
ISBN9788892519442
Gli eredi della notte

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    Gli eredi della notte - Elèonore G. Liddell

    Elèonore G. Liddell

    Gli eredi della notte

    Le informazioni di cui sopra costituiscono questa nota del copyright: © 2015 di Elèonore G. Liddell. Tutti i diritti riservati.

    Distribuito da Streetlib Selfpublish

    Narcissus

    Sede legale:

    Via della Regione, 20

    95037 San Giovanni La Punta CT

    Italia

    Contatti:

    Simplicissimus Book Farm

    Email: publish@streetlib.com

    Sede operativa:

    Villa Costantina, 61

    60025 Loreto AN

    Italia

    Dopo l'ultima battaglia contro HeiShin e gli altri demoni, passarono quattro anni e nel mondo non restò che il caos a dilagarsi e a lobotomizzare le menti della povera gente.

    Tutti i sentimenti e le emozioni più liete vennero ad affievolirsi.

    Il rispetto, la tolleranza e i principali valori della società umana, quasi si persero completamente.

    Regnavano l'indifferenza, l'egoismo, il rancore e ad altre negatività sia tra gli umani che non. Infatti ci furono parecchie guerre tra clan in Europa e negli stati d'oriente furono braccati alcuni lican, ghoul ed altre creature. In particolar modo Russia e Cina, emisero una legge che fossero messe al rogo le streghe o le presunte tali, ma senza che i cittadini venissero a conoscenza di tali fatti.

    Un importante dettaglio che non sfuggì alla principessa Nexis, ora inserita tra le più alte cariche del governo Irlandese.

    Una buona copertura per tenere d'occhio la situazione e tutelare il suo popolo di vampiri.

    Anche Arum Kingsdale si teneva informato tramite i suoi contatti. Era un mondo difficile, un'epoca sempre più buia, dove ci si doveva difendere con ogni mezzo.

    Chi era il vero nemico?

    1

    Al tatto percepì le lenzuola gelide. Fece scivolare la mano fino ad accarezzarle la schiena.

    La sentiva nuovamente lamentarsi nel sonno.

    Le si avvicinò con cautela e le baciò la fronte. Non si mosse, semplicemente tremava.

    Le accarezzò allora il ventre, dove il loro bimbo si nascondeva al sicuro già da otto mesi.

    Percepì l'aria gelida, l'umidità nell'aria si stava solidificando.

    Sui mobili e sul pavimento pareva avesse nevicato a mo' di spolverata. Se fosse stato vivo si sarebbe assiderato. Infatti il ghiaccio smaltò ogni cosa.

    «Kimberly svegliati! Svegliati!» ma come risposta non ricevette altro che un gemito.

    Si sentì il corpo pesante, probabilmente il sangue nel suo corpo si stava congelando.

    «Amore ti prego, apri gli occhi» cercò di smuoverla con delicatezza, per poi baciarla sulle labbra.

    Con un balzo finalmente si svegliò. «Arum! che è successo…» ansimava spaventata, guardandosi attorno.

    «Hai di nuovo congelato tutto... anzi avete» ridacchiò lui.

    «Stavamo per diventare dei ghiaccioli» scherzò lei, senza nascondere però la sua preoccupazione.

    «Altro incubo?» le chiese accarezzandole i capelli, madidi di brina.

    «No non proprio, non erano immagini ma… non lo so, bagliori. Come se qualcosa mi gettasse negli occhi una forte luce, come un faro. A intermittenza… e non te lo so spiegare, mi da sempre la solita sensazione di apatia e poi di spavento… è indescrivibile!» sentì un cerchio alla testa deducendo dalla spossatezza che avevano dormito fino a tardo pomeriggio.

    «Uhm... non so proprio che dirti! ma non ci darei troppo peso» Arum la baciò teneramente e poi si alzò dal letto, facendo scricchiolare la lastra di ghiaccio sul pavimento.

    «Tu rivestiti, io vado a chiamare Kira che sciolga questo improvvisato inverno casalingo» scherzò nuovamente il vampiro.

    Si sentiva sereno da quando la moglie rimase incinta. L'idea di avere un erede infatti lo elettrizzava, lo eccitava il pensiero che una parte di lui sarebbe vagata nel mondo e avrebbe portato avanti i suoi sogni, i suoi ideali e valori. Certo, un pochino egoistico desiderare che il proprio pargolo segua le proprie orme, ma desiderava solo il meglio per suo figlio e credeva fermamente che il meglio sarebbe stato il futuro che sognava. Un futuro dove regnava la pace, la libertà, la fratellanza e chissà, forse ci sarebbe riuscito.

    Il suo ruolo di anziano vampiro gli conferiva enormi poteri in carica politica tra quelli della sua razza. Molte rivalità tra clan furono cessate, e le ingiustizie diminuite.

    Difatti gli USA non risentirono molto degli effetti negativi degli eventi di qualche anno prima, proprio perché Arum si impegnava a mantenere ordine e stabilità tra la razza dei vampiri. Vektor ed Edgar, gli altri due anziani, non erano incapaci, ma troppo pragmatici e poco disponibili ai problemi dei novizi.

    Arum invece, come sempre si mostrava molto solidale e sensibile, oltre che un ottimo leader. Così aiutava il più possibile tutti quelli che poteva, anche se ciò voleva dire sacrificare un po’ del suo tempo con l’amata moglie Kimberly e con gli amici.

    Quei quattro anni infatti, scivolarono velocemente tra impegni e amore.

    Quell’amore che diede otto mesi prima, il suo frutto.

    La complicazione fu che la gravidanza portava non pochi guai. Gli effetti collaterali principali furono gli incubi e la mancanza di stabilità dei poteri da strega di Kim.

    Gli incubi cominciarono all’improvviso, dopo il terzo mese di gravidanza. Faceva caldo, dato che era in luglio, esattamente il 12, un giorno che Kimberly decise di segnare. In principio furono una sorta di flash back di guerre del passato.

    Vedeva soldati vampiro combattere tra loro o perlomeno, questo è ciò che le sembrava di vedere. Inoltre, sognava se stessa che veniva sfregiata da pipistrelli e corvi.

    Immagini inquietanti, dolorose proprio come se le viveva lei stessa nella realtà.

    Da sveglia aveva un umore piuttosto altalenante, non si sentiva stabile. Sfociava in rabbia, poi in dolore, poi in risate fragorose. Negli ultimi mesi le immagini macabre diedero spazio a sogni incerti, sempre più ambigui. Luci e spasmi di energia che le riempivano la testa, tormentandole il sonno. Possibile che non fossero solo gli ormoni?

    Infondo Kimberly era avvezza agli incubi, infatti prima di scoprire di essere una strega dell’acqua, se lo sognava quell’elemento. Pareva quasi che avvenimenti di un certo spessore le arrivavano attraverso i sogni, incubi. Una sorta di avvertimento o forte sensazione plasmata in figure immaginarie macabre.

    Quindi si rese ben presto conto che volevano dire qualcosa quelle immagini, ma preferì tenere la cosa per sé. Nel dettaglio non ne fece parola né col marito, né con gli alleati e né con  le amiche. Non perché non si fidasse, ma perché sentiva che era meglio tenere la cosa per se stessa e per nessun altro. Da un canto la feriva non dover dire qualcosa alle amiche e soprattutto all’amato Arum, in particolar modo a lui, non era una cosa di cui vantarsi. Non ne era affatto fiera, ma se dentro di sé qualcosa diceva di non svelarlo, allora le sembrava saggio darle ascolto. Infondo non era più una comune strega, ma un’empusa e questo comportava delle notevoli differenze.

    Oltre agli incubi però, Kimberly doveva fare i conti con la sua mancanza di controllo con i poteri. Questo anziché incidere sul suo umore, incideva sul suo fisico poiché la debilitava facendola affaticare più del dovuto. Sembrava una sorta di conseguenza al suo umore, dal momento che magia ed emozioni sono strettamente correlati, ma non ci si poteva basare unicamente sulla mente di Kimberly, ma anche del suo bambino.

    Infatti si trattava di due menti in un solo corpo, chiaro dunque che la sua parte di strega ne risentiva. Non poteva essere una gravidanza normale come per le persone comuni e mortali, si doveva aspettare qualcosa di più intenso. Nel suo grembo si stava formando un bambino speciale e potentissimo, rispetto a uno umano.

    Oltre a congelare l’acqua, compresa l’umidità dell’aria, ogni qual volta che si agitava troppo, scatenava i suoi poteri nelle maniere più disparate. Un giorno ad esempio, starnutendo le uscirono bollicine dal naso e dalla bocca. Altre volte invece riusciva a far fluttuare nell’aria i liquidi, senza nemmeno accorgersene poiché era il bambino stesso a farlo. Quando stavano tutti quanti a tavola, a mangiare e bere, poteva infatti capitare che l’acqua, vino, zuppa dai piatti, o qualsiasi altra cosa liquida si trovasse in quel momento sul tavolo, cominciasse a fluttuare nell’aria, per poi cadere addosso a qualcuno, il più delle volte.

    Se le emozioni quali rabbia e tristezza si scatenavano all’improvviso e con vigore, il cielo brontolava, rovesciando poi tempeste o grandinate. Durante una litigata con Arum, la vampira si sentì talmente furiosa e allo stesso tempo avvilita per il solo fatto di essersi scontrati, che fece addirittura nevicare a fine agosto.

    E infine, le gelate nel sonno.

    Proprio come quel pomeriggio. Kimberly si rivestì con un lungo abito azzurro e si compose in capelli in una morbida treccia come era solita fare da umana.

    In quel momento entrò Kira.

    «Buona sera cara, il tuo maritino mi ha mandato a risolvere un disastro» esordì la donna.

    «Sì tesoro, ti ringrazio della disponibilità. Mi dispiace per questo caos» la vampira si sentì nuovamente avvilita.

    «Dai stai tranquilla, però esci non vorrei provocarti danno» si raccomandò l’amica.

    «Dov’è andato Arum?» aveva un lieve senso di vertigini e non se la sentiva di stare troppo lontana dal marito.

    «Nel suo studio al pc. Ma ha mandato Luxor a prendersi cura di te.. sai com’è.. in questi ultimi giorni è rimasto indietro col lavoro» la informò Kira.

    Infatti in varie occasioni il vampiro disertò i suoi comuni impegni, per seguire in prima persona le esigenze della moglie.

    «Tutta colpa mia accidenti! » si abbatté Kim, mentre l’altra allungò le mani e inspirava a fondo per accumulare concentrazione e calore.

    In quel lungo periodo, le streghe si allenarono parecchio, salendo di livello spirituale e rafforzando i loro poteri. Kira poteva controllare le temperature e come in questo caso, far scogliere le molecole di ghiaccio, facendolo evaporare. In realtà ne era capace da sempre, ma impiegava molta più energia per riuscirci.

    Anche Kimberly aveva il potere di controllare le temperature, ma nella sua condizione non si poteva azzardare ad usare direttamente i suoi poteri, rischiando che il bambino prendesse le redini.

    Quando Kira terminò e tutto il ghiaccio fu vaporizzato, andò ad aprire la finestra, accertandosi che l’amica fosse uscita dalla stanza. Il sole del pomeriggio che filtrò dalle finestre era piuttosto intenso.

    «Ancora incubi? Per aver combinato questo macello» chiese preoccupata Kira.

    «Sì, ma sempre più strani» rispose Kim facendo capolino dalla soglia della porta.

    «Non ci hai detto molto al riguardo, sei sicura che sia tutto a posto?» sentiva che infondo Kimberly non diceva tutto, raccontò solo di avere incubi e sporadicamente li descriveva, ommettendo le sue sensazioni sul fatto che volevano dire qualcosa di specifico su un avvenimento importante. Passato o futuro che fosse.

    «Ma certo, non devi preoccuparti» rispose con un sorriso Kimberly, felice di sapere che le amiche si davano pena per lei.

    «Figurati, tanto i sogni sono tuoi» ribatté con il suo solito sarcasmo l’amica.

    «Ma secondo me faresti bene a parlarne con Kate, dato che ha il potere delle premonizioni, secondo me ne sa molto di queste

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