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Giudizio Universale
Giudizio Universale
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Giudizio Universale

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About this ebook

Il Giudizio Universale, è una storia fantasiosa, dove dei personaggi provenienti da un altro Pianeta, arrivano sulla terra, per captare le sfumature emotive, degli essere viventi.

In base alle intercettazioni acquisite, all’ultimo arriveranno a trarne le conclusioni, per decidere se la terra può ancora continuare a esistere, o essere distrutta.
LanguageItaliano
Release dateNov 16, 2015
ISBN9788869821301
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    Giudizio Universale - Lovison G. Deborah

    Lovison G. Deborah

    GIUDIZIO UNIVERSALE

    Cavinato Editore International

    © Copyright 2015 Cavinato Editore International

    ISBN: 978-88-6982-130-1

    I edizione 2015

    Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati. I diritti di traduzione, di mem-orizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi

    © Cavinato Editore International

    Vicolo dell’Inganno, 8 - 25122 Brescia - Italy

    Q +39 030 2053593

    Fax +39 030 2053493

    cavinatoeditore@hotmail.com

    info@cavinatoeditore.com

    www.cavinatoeditore.com

    Progetto grafico, copertina e impaginazione Rakesh Kumar Sharma

    IL GIUDIZIO UNIVERSALE

    Questo libro vale per tutte le Religioni di questo Mondo.

    Se troverete una storia non conforme al vostro Credo, girate la pagina e ritroverete il vostro Dio.

    PREMESSA

    Lo spazio non è immaginabile. Luogo di confine, struttura immutabile, vivo. Debolmente illuminato dai Soli che si alternano, con un suono in sottofondo costante, udibile, dato dall’esistenza dei pianeti, un battito continuo di rotazioni quasi eterne. Mi viene sempre difficile non cedere alla tentazione di recarmi nella cupola di osservazione e perdermi immerso nell’immenso. Per fortuna il sistema di protezione dell’astronave avvisa quando è trascorso il limite di tempo e mi invita ad uscire, il pericolo di restare troppo qui dentro è dimenticarsi di avere un corpo e lasciarsi cullare nell’eterno di ciò che la mente percepisce. Tutti quegli esseri che vivono sui pianeti, non attrezzati dalla tecnologia per poterli lasciare, non immaginano nemmeno quanto l’esistenza di Dio sia innegabile nell’avere creato uno spazio dove non c’è nulla, eppure pulsa di vita.

    Ci stiamo avvicinando verso la stazione orbitante di Nibiru; imponente struttura di osservazione della Terra (Ghea), uno dei luoghi prioritari dove è stata reinnestata l’esistenza, quando abbiamo creduto che la vita stesse arretrando e non ci sentivamo soddisfatti del confronto tra i sistemi abitabili e la presenza di specie di vita effettivamente registrate. Insomma, gli esperimenti nei quali abbiamo giocato ad essere il Creatore e che, poi, abbiamo spesso dovuto sospendere perché risultavano esistenza troppo distanti dal concetto di bellezza, purezza ed evoluzione. Abbiamo capito troppo tardi di aver creato sistemi vitali privi di esperienza e di aver condannato la vita ad essere ferma, eterea, immutabile, priva del concetto di evoluzione, vita che non ci avrebbe mai raggiunto. Esseri che tremavano di fronte al nostro cospetto, che ci definivano forme aliene senza riconoscerci come loro evoluzione, che ci combattevano con pietre e preghiere, esseri immemori del senso dell’esistere, forme di vita che abbiamo sospeso riconoscendoli come il nostro peccato nell’ergerci a Dio.

    Adesso dovrò valutare il grado evolutivo della Terra e, dopo i primi contatti di qualche ciclo di tempo fa, decidere se la specie ha la possibilità di evolversi, se è realmente opera del Creatore, oppure se è il mero risultato dei nostri peccati e quindi se è giunto il tempo di sospendere l’esperimento.

    Questo minuscolo settore contiene questo sistema ad unico Sole, di cui un singolo pianeta abitato, Ghea, ospite di vita umana e animale. La Vita animale sorse spontaneamente, al contrario quella umana venne immessa sperimentalmente a circa 8.000 cicli Xeon. L’esperienza di vita che si è impostata è quella tipica della 3a dimensione, ovvero l’esperienza corporea dell’anima, lì dove anima prende contatto con il corpo come luogo di esistenza.

    Il team di supervisori giunti su Nibiru a tale scopo è composto da me e da esperti nelle tecniche di comprensione di specie diverse, oltreché da specialisti nelle tecniche di plantarismo (immissione di vita e processo spontaneo), nelle tecniche di mentalismo (lettura depurata della mente e dei suoi processi) e nelle tecniche militari di interruzione rapida (lì dove si deve porre fine a un esperimento in modo rapido e indolore).

    Prima di venire nella stanza di osservazione ho aperto il senso del nostro lavoro all’interno di una riunione con lo staff, è complesso riprodurlo, in quanto il confronto è avvenuto in modo telepatico ma, grosso modo, è andata così:

    Cari intimi, non è la prima volta che lavoriamo insieme, ma mi voglio comunque presentare ufficialmente: io sono Dixie e il mio compito in questa missione sarà quello di coordinare i nostri ragionamenti in riferimento alle osservazioni che effettueremo. Vi preannuncio che la straordinarietà di ciò che questa volta andremo a osservare sarà per noi particolarmente impegnativo sotto un profilo emozionale, perché, dopo la distruzione di Xantia (Marte), si decise d’integrare l’esperienza di vita umana dentro questo settore galattico, immettendo tecnologicamente l’esperienza umana su Ghea, che era il pianeta predisposto all’esperienza spontanea nella vita animale. Adesso dovremo cercare di integrare le nostre osservazioni con dei dati di fatto e in questo dovremo pure prendere informazioni circa la loro vita, i loro pensieri, andando a spiare i loro strumenti di comunicazione, il tutto allo scopo di capire se questo pianeta è in grado di reggere il passaggio di vibrazione ed evolversi o se è ancora troppo selvaggio, e in questo caso dobbiamo valutare se farlo andare in risonanza ed eliminarlo o se dobbiamo proteggerlo dalle vibrazioni e concedergli più tempo. Queste sono le alternative. Ci aggiorniamo, attualmente ciascuno di noi seguirà le proprie direttive.

    In questo modo, senza generare panico nella popolazione, non cercheremo un contatto diretto ma staremo semplicemente ad osservare le loro storie, cosa si scrivono, cosa si dicono, come vivono, cosa sentono, come esperiscono l’esistenza e lì, traendo spunto da ogni gente comune, decideremo cosa fare. Che l’alto dell’evoluzione ci assista e ci guidi!

    GALASSIA 24 XY MESCH-LÀ

    Sistema solare a unico Sole, singolo pianeta abitato, ospite di vita umana e animale.

    Vita animale: spontanea.

    Vita umana: immessa sperimentalmente 8.000 cicli xeon fa.

    STAZIONE ORBITANTE SPERIMENTALE NIBIRU

    Nibiru richiede aggiornamenti sui sistemi sociali nati spontaneamente nelle creature umane ospiti del Pianeta Ghea.

    Ghea, pianeta ospitante anime di 3a dimensione = esperienza corporea.

    SUPERVISORI AL CONTROLLO

    Dixie: Umanoide - special Andromediana.

    Machlab: Umanoide scientifico - special Andromediana.

    Sefex: Umanoide esperto settori sociali – specie Siriana.

    Dumaklex: semiumanoide esperto militare – specie rettiliana.

    Askavan: semiumanoide mentale esperto tecniche di comprensione.

    DA KADOX A NIBIRU

    Vi inviamo il team predisposto all’analisi della situazione attuale:

    FASCICOLO DELLE PROVE RACCOLTE SU GHEA

    IL DOTTORE GALATTICO

    Era un giorno qualunque, stessa alba, stesso sole, stessa sera, quando, nell’attimo prima di prender sonno, squillò il telefono.

    Disturbato da quel suono, presi in mano la cornetta e con tono arrogante, risposi a quel maleducato scocciatore.

    All’inizio pensai a uno scherzo, poi quando bussarono alla porta e quattro gendarmi mi porsero un fazzoletto per piangere il mio figliolo che giaceva morto su un freddo tavolo di marmo.

    Andai a riconoscerlo (senza conoscerlo); lo infilarono poi in una buca stretta, con appoggiata una lapide fredda, glaciale.

    Non accettavo la nostra separazione corpus e la mia mante vacillava sempre più.

    Nasceva quindi, nel mio immaginario, un cane nero più grosso di me, che teneva fermo e, con una catena al collo, mi trascinava prepotentemente in un vortice tetro, buio.

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