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Alla deriva
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Alla deriva

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FANTASCIENZA - Quando un gruppo di terroristi dirotta un'astronave di lusso e rapisce i VIP a bordo, tocca a un pugno di ragazzini risolvere la situazione e salvare se stessi e i propri genitori.

Lizzie, figlia adolescente di un importante uomo politico, non è molto felice di dover trascorrere tre giorni chiusa in uno yacht spaziale pieno di gente antipatica e supponente, né lo è di trovarsi coinvolta da tre coetanei in una stupida partita a uno stupido gioco di ruolo. Ma quando un commando di Combattenti per la Pace dirotta l'astronave e prende prigionieri gli adulti per sottoporli a un sanguinario "processo popolare" su Capella IV, saranno proprio i quattro ragazzi a doversi far carico della salvezza comune, affidandosi solo alla propria intelligenza, all'esperienza acquisita "in game"... e a un pizzico di Chew-9.

Alain Voudì, genovese, classe '63, consulente direzionale, ha pubblicato due racconti in appendice ai Gialli Mondadori nel 2012, e un terzo, trasmesso su Radio 24 nel corso della trasmissione Giallo 24, è poi stato incluso nella raccolta omonima edita da Mondadori. Un suo racconto è stato finalista nel 2012 al Premio Stella Doppia di Urania, un altro ha vinto la prima edizione del concorso Tessisogni e un terzo è stato segnalato al Premio Robot, edizione 2012. Altri suoi racconti si possono trovare in numerose antologie, tra le quali 365 Racconti Horror, 365 Racconti sulla fine del mondo e 365 Storie d'amore di Delos Books, oltre che sulle riviste Robot e Writers Magazine Italia, nella collana FantaErotika di Lite Editions e nelle raccolte Il Cerchio Capovolto (I Sognatori, 2011 e 2012). E' autore di diversi racconti della serie "The Tube".
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateApr 15, 2014
ISBN9788867752836
Alla deriva

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    Alla deriva - Alain Voudì

    a cura di Franco Forte

    Alla deriva

    di Alain Voudì

    1.0 aprile 2014

    ISBN versione ePub: 9788867752836

    © 2014 by Alain Voudì

    Edizione ebook © 2014 By Delos DIgital

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0 aprile 2014

    Font Quattrocento Sans by Pablo Impallari, SIL Open Font Licence 1.1

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Colophon

    Alain Voudì

    Alla deriva

    Premessa

    Parte prima - Morte in crociera

    Parte seconda - Alla deriva

    Parte terza - Missione di soccorso

    Epilogo

    Postfazione. CHEW-9 La droga del benessere

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Alain Voudì

    Alain Voudì, genovese, classe ‘63, consulente direzionale, ha pubblicato due racconti in appendice ai Gialli Mondadori nel 2012, e un terzo, trasmesso su Radio 24 nel corso della trasmissione Giallo 24, è poi stato incluso nella raccolta omonima edita da Mondadori. Un suo racconto è stato finalista nel 2012 al Premio Stella Doppia di Urania, un altro ha vinto la prima edizione del concorso Tessisogni e un terzo è stato segnalato al Premio Robot, edizione 2012. Altri suoi racconti si possono trovare in numerose antologie, tra le quali 365 Racconti Horror, 365 Racconti sulla fine del mondo e 365 Storie d’amore di Delos Books, oltre che sulle riviste Robot e Writers Magazine Italia, nella collana FantaErotika di Lite Editions e nelle raccolte Il Cerchio Capovolto (I Sognatori, 2011 e 2012). E' autore di diversi racconti della serie The Tube.

    Dello stesso autore

    Antonino Fazio, Alain Voudì, Giorno Zero The Tube ISBN: 9788867751020 Antonino Fazio, Alain Voudì, Il bacio della morte The Tube ISBN: 9788867751327 Alain Voudì, Franco Forte, Rinascita The Tube 2 ISBN: 9788867752690

    Premessa

    Il Chew-9, la droga del benessere, è la sostanza più preziosa della galassia. Un potente allucinogeno in grado di sconvolgere la vita degli esseri umani, capace di fare interagire l’immaginazione con la realtà, manipolando la materia per ottenere effetti sconvolgenti. Una droga che solo i ricchi e i potenti possono permettersi. A costo di annientare intere civiltà…

    Parte prima - Morte in crociera

    1

    Il proposito di Lizzie di tenere il broncio ai genitori fino almeno all’arrivo sulla Terra iniziò a vacillare nel momento stesso in cui l’hovercraft blindato su cui viaggiavano attraversò senza fermarsi l’ultimo controllo doganale dell’astroporto e imboccò il viale che conduceva agli hangar privati.

    Non potevano esserci dubbi sulla loro destinazione: lo scintillante yacht che occupava gran parte del terminal partenze incombeva sui bassi edifici circostanti come una montagna, sulla cui superficie, candida come la neve, i piccoli shuttle executive dei burocrati locali si specchiavano intimoriti.

    – Che ne dici, Betty? – le mormorò il padre, inclinandosi verso di lei con aria complice. – Non è una bellezza? E vedrai all’interno! Completamente automatizzata! Ci sono perfino una piscina, una sala giochi e un’intera beauty farm!

    Solo in quel momento Lizzie si ricordò di chiudere la bocca e fare una smorfia d’indifferenza. Distolse lo sguardo dal finestrino e alzò le spalle senza rispondere, scostandosi dal padre per tenerlo a distanza. Tra l’altro, odiava essere chiamata con quello stupido nomignolo.

    Ignorando di proposito il suo gesto insofferente, il senatore si rivolse alla quarta moglie.

    – Mister Harriman mi ha confidato di avere assunto per la traversata anche un autentico personal trainer terrestre – le disse fiero. – Umano al cento per cento! Niente innesti, niente parti robotizzate: un vero, autentico personal trainer di quelli all’antica, tutto per voi signore!

    Con la coda dell’occhio, Lizzie scrutò incuriosita l’espressione della matrigna di turno. All’apparenza non sembrava un granché entusiasta all’idea; ma la conosceva già troppo bene per farsi ingannare: probabilmente si stava pregustando una sessione di training molto personale, mentre suo padre chiacchierava di affari col magnate che aveva offerto loro il passaggio per la Terra.

    Falsa dalla punta dei capelli alla pianta dei piedi, pensò.

    Inspirò a fondo, fremendo di sdegno. L’ipocrisia alla base dei matrimoni del padre era precisamente una delle cose dalle quali non vedeva l’ora di allontanarsi. I tre giorni di convivenza forzata a bordo sarebbero stati gli ultimi per un bel po’, per fortuna. La sessione autunnale al college stava per riprendere, e Lizzie non aspettava altro che di tornare alla sua amata matematica per sottrarsi alla pelosa sollecitudine di entrambi i genitori: quello biologico e la neoacquisita, il senatore e la zoccola.

    Senza volere, i suoi occhi tornarono alla montagna candida che li aspettava sulla pista. Subito al di sotto della fila di oblò arrotondati che contrassegnava il ponte principale, campeggiava la grande scritta a rilievo Refugium Peccatorum.

    Lizzie sapeva, da quello che aveva letto su Starnet, che mister Harriman era uno degli uomini d’affari più ricchi del sistema solare, le cui attività spaziavano nei settori più disparati; ma nessuna cifra su una rivista online può rendere l’idea della ricchezza quanto un esempio pratico, e soprattutto uno delle proporzioni di quello che aveva davanti.

    Quasi senza che lei se ne rendesse conto, la sua mente iniziò a valutare dimensioni, massa, prestazioni, ma soprattutto probabile costo, di una meraviglia del genere.

    Rabbrividì, non tanto al pensiero di qualcuno che si potesse permettere una nave così, quanto a quello di qualcuno che potesse permettersi di tenerla solo per andarci in vacanza.

    – Ci saranno anche i de Silva al completo, lo sai? – le chiese suo padre, sporgendosi ancora verso di lei.

    Lizzie socchiuse le palpebre, esasperata.

    – Me lo avevi già detto – borbottò tra i denti. I gemellini de Silva, per quanto messi assieme superassero a malapena la sua età, erano già due nerd fatti e finiti; e lei ancora più nerd di lui. Poco ma sicuro, avrebbero parlato di videogiochi per tutto il tempo.

    – E mister Harriman ha con sé suo figlio, naturalmente – proseguì il senatore, nel tono che voleva sembrare quello di un padre sollecito. – Anche lui ha tredici anni: sono sicuro che avrete un sacco di interessi in comune.

    Certo, sarà uno spasso, pensò Lizzie, truce.

    – Io ne ho quattordici – gli ricordò gelida.

    – Non mi avevi detto che mister Harriman fosse sposato, caro – si intromise cinguettando la zoccola, aggrappata al braccio di suo padre come se temesse la concorrenza. – Ci sarà anche la moglie, a bordo?

    – No, cara: non c’è nessuna signora Harriman – la rassicurò lui, posandole la mano sulle sue. – Non c’è mai stata, in realtà: il figlio è un suo clone monozigotico.

    – Oh – mugolò ancora la zoccola, probabilmente ammaliata dall’idea di tutto quel denaro gettato al vento.

    Grandioso, gemette Lizzie tra sé. Così mi toccherà passare tre giorni in compagnia di due nerd e un clone. Quanto manca all’arrivo?

    Stava ancora masticando fiele, quando l’hovercraft si fermò ai piedi della scaletta di accesso allo yacht e la scorta affibbiata loro dal governatore si sparpagliò attorno al veicolo. Mentre il capo della scorta apriva lo sportello e aiutava la zoccola a scendere senza inciampare nei suoi stessi piedi, Lizzie sentì la mano del padre posarsi sul suo avambraccio.

    – Sono solo tre giorni, tesoro – le sussurrò all’orecchio, chinandosi verso di lei per non farsi sentire dagli altri. – Sai quanto è importante l’appoggio di mister Harriman per la mia rielezione. Non ti chiedo di far finta di essere entusiasta della compagnia, ma ti prego: cerca almeno di non mettermi in imbarazzo. Te lo chiedo per favore, Betty: fallo per me.

    Lizzie inspirò a fondo, inghiottendo una rispostaccia.

    – Io mi chiamo Lizzie – sibilò, passandogli davanti per scendere a terra sotto lo sguardo attento degli uomini della scorta.

    2

    Il senatore Martin o’Mallery non si faceva grosse illusioni sulla reale provenienza del patrimonio di mister Harriman. Per quanto unanimemente acclamato come brillante affarista e uomo di mondo, il magnate non poteva aver costruito da zero la sua fortuna con soli affari legali, e non era un mistero per nessuno che molte delle forniture militari che sostenevano l’eterna guerra contro i Rems erano state appaltate a industrie del suo gruppo sulla base di offerte fumose come le forniture stesse – e questo Martin lo sapeva bene, visto che, nel suo ruolo di presidente della Commissione Difesa del Senato, aveva dovuto approvare contratti così carichi di clausole vessatorie da essere improponibili a chiunque avesse un cervello in testa. Ma non aveva avuto molta scelta: firmare o lasciare il seggio a qualcuno più disciplinato.

    Malgrado i suoi intrallazzi, però, mister Harriman era uscito immacolato dalle grinfie di ben due commissioni senatoriali di inchiesta, e questo testimoniava la sua abilità di manipolatore… cosa che nel loro ambiente era stimata ben al di sopra di una banale onestà.

    Tutto ciò premesso, Martin non si era stupito nel trovare, discretamente celate all’interno del primo cassetto del comodino nella sua cabina, due bustine di una sottile polvere rossastra.

    Anche così, però, non aveva potuto fare a meno di rabbrividire, al pensiero non solo della palese illegalità costituita dalla presenza a bordo della cosiddetta droga del benessere, ma più ancora del valore delle bustine che teneva nel palmo. Tutto il Chew-9 che aveva visto in vita sua era stato nella forma grossolana e rosso accesa del tipo base: illegale, enormemente costoso, ma ancora reperibile sul mercato nero, a patto di avere le conoscenze giuste. Quella che teneva in mano in quel momento, però, aveva tutto l’aspetto della forma raffinata.

    Ne aveva sentito parlare, certo. Ma solo nelle leggende.

    Si mormoravano storie fenomenali sulle proprietà di quella sostanza, e Martin era sicuro che una buona parte di esse fosse stata inventata di sana pianta; ma non potevano esserlo tutte. Si diceva che fosse in grado di ringiovanire le persone, di risanare ogni ferita, di guarire ogni

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