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Arrivo a Trainville: Trainville 1
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Ebook83 pages1 hour

Arrivo a Trainville: Trainville 1

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About this ebook

RACCONTO LUNGO (48 pagine) - STEAMPUNK - Trainville era immensa: i grandi vagoni a due piani si allineavano a perdita d'occhio. Era una città, una città che correva sui binari.

Hell's Hollow, la "valle dell'inferno": un territorio velenoso, mortale per le radiazioni. Eppure è lì che gli indiani Navajo trovano il loro sostentamento: raccolgono la sabbia e la rivendono ai ricchi mercanti bianchi. È proprio da quella sabbia che i bianchi estraggono l'energia nucleare che fa muovere i grandi treni-città come Trainville, migliaia di grandi vagoni che viaggiano su binari quadrupli, girando tutti gli Stati Uniti in un'orbita senza fine che va da Boston alla California e viceversa. Ma un giorno Serpe Veloce trova qualcos'altro nello Hell's Hollow. Una bambina bianca, sperduta, senza memoria, senza passato. È così che comincia la nuova vita di Joanna, alla scoperta del mondo e delle sue città viaggianti.

Alain Voudì, genovese, classe '63, consulente direzionale, ha pubblicato due racconti in appendice ai Gialli Mondadori nel 2012, e un terzo, trasmesso su Radio 24 nel corso della trasmissione Giallo 24, è poi stato incluso nella raccolta omonima edita da Mondadori. Un suo racconto è stato finalista nel 2012 al Premio Stella Doppia di Urania, un altro ha vinto la prima edizione del concorso Tessisogni e un terzo è stato segnalato al Premio Robot, edizione 2012. Altri suoi racconti si possono trovare in numerose antologie, tra le quali "365 Racconti Horror", "365 Racconti sulla fine del mondo" e "365 Storie d'amore" di Delos Books, oltre che sulle riviste "Robot" e "Writers Magazine Italia", nella collana "FantaErotika" di Lite Editions e nelle raccolte "Il Cerchio Capovolto" (I Sognatori, 2011 e 2012). È autore di diversi racconti della serie "The Tube".
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateMay 27, 2014
ISBN9788867753611
Arrivo a Trainville: Trainville 1

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    Arrivo a Trainville - Alain Voudì

    Arrivo a Trainville

    di Alain Voudì

    ISBN versione ePub: 9788867753611

    © 2014 Alain Voudì - Da un'idea di Daniela Barisone

    Copertina: Daniela Barisone

    Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0 maggio 2014

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Colophon

    Alain Voudì

    Arrivo a Trainville

    Prologo

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Nel prossimo episodio: Trainville 2: Alla scoperta di Mister Pennyworth

    Delos Digital e il DRM

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Alain Voudì

    Alain Voudì, genovese, classe ‘63, consulente direzionale, ha pubblicato due racconti in appendice ai Gialli Mondadori nel 2012, e un terzo, trasmesso su Radio 24 nel corso della trasmissione Giallo 24, è poi stato incluso nella raccolta omonima edita da Mondadori. Un suo racconto è stato finalista nel 2012 al Premio Stella Doppia di Urania, un altro ha vinto la prima edizione del concorso Tessisogni e un terzo è stato segnalato al Premio Robot, edizione 2012. Altri suoi racconti si possono trovare in numerose antologie, tra le quali 365 Racconti Horror, 365 Racconti sulla fine del mondo e 365 Storie d’amore di Delos Books, oltre che sulle riviste Robot e Writers Magazine Italia, nella collana FantaErotika di Lite Editions e nelle raccolte Il Cerchio Capovolto (I Sognatori, 2011 e 2012). È autore di diversi racconti della serie The Tube.

    Dello stesso autore

    Antonino Fazio, Alain Voudì, Giorno Zero The Tube ISBN: 9788867751020 Antonino Fazio, Alain Voudì, Il bacio della morte The Tube ISBN: 9788867751327 Alain Voudì, Franco Forte, Rinascita The Tube 2 ISBN: 9788867752690 Alain Voudì, Alla deriva Chew-9 ISBN: 9788867752836 Alain Voudì, RIG Delos Crime ISBN: 9788867753338

    Prologo

    Liberty City, Arizona, 1887

    Più di una volta Joanna si era chiesta in che modo il villaggio di Liberty si fosse guadagnato il rango di città.

    Boston, dov’era nata: quella sì che era una città.

    Washington D.C., dove aveva trascorso la maggior parte dei suoi dodici anni, era una città; e lo sarebbe stata anche senza essere la grande capitale federale che era.

    Ma Liberty? Liberty City?

    Fin dal giorno in cui suo padre era stato incaricato dal governo di trasferirsi in quel posto sperduto per assumere la direzione del Progetto, la vita di Joanna era diventata un incubo, culminato con la malattia della madre.

    La prima volta che aveva visto Liberty City, attraverso i vetri al piombo del goffo carro coibentato che li aveva condotti lì da Willow, si era chiesta se davvero quella del padre fosse stata una promozione, o non fosse invece una condanna. Osservando dall’alto quei pochi, miseri edifici di legno grezzo, stupidamente raccolti attorno al Deposito, al saloon e alla sbilenca chiesetta, Joanna aveva provato un moto di sconforto; e tuttavia si era ben guardata dall’aprire bocca: un’intera infanzia contrassegnata da ceffoni e cinghiate le aveva insegnato a non esprimere mai il proprio disagio in presenza del padre.

    – Guarda, tesoro – le aveva detto lui, orgoglioso. – Non è una meraviglia?

    Obbediente, aveva alzato gli occhi sulla cupola scintillante che sovrastava l’abitato e aveva annuito giudiziosa.

    – Sì, papà. È bellissima – aveva mentito, mordendosi le labbra per non piangere. Non solo la cupola elettrificata era più piccola di quanto aveva immaginato osservando i progetti dell’Inventore, ma nel vederla per la prima volta dal vero, nel suo ambiente, la sola parola che le era venuta in mente era stata prigione. Ancora prima di entrarvi, e settimane prima che la madre si ammalasse, aveva provato un senso di soffocamento, e un brivido d’angoscia l’aveva scossa, come una premonizione dei terribili giorni che sarebbero venuti.

    – Sai cosa rappresenta tutto questo per me, per noi? – le aveva chiesto lui, appoggiandole la grande mano sulla spalla.

    Joanna aveva guardato il padre senza capire. L’unica cosa che vedeva di quel posto era lo squallore. – Papà, non c’è niente qui – le era scappato detto.

    – Sbagliato – l’aveva corretta lui con un ghigno, stringendole le dita sulla clavicola e facendola trasalire dal dolore. – C’è la sabbia, e c’è il fiume – le fece notare. – La sabbia è potere, e il fiume deve essere nostro, per motivi che non puoi ancora comprendere.

    Di nuovo, Joanna aveva dovuto mordersi la lingua per non replicare. Sapeva che la terra su cui Liberty City era stata costruita ricadeva dentro i confini della nazione Navajo, e non aveva grossi dubbi sui metodi con cui il governo federale ne era entrato in possesso; ma sapeva altrettanto bene cosa le sarebbe toccato, se solo avesse osato esprimere a parole i suoi pensieri. Si era limitata così ad annuire devotamente e a seguire il padre in quel posto maledetto.

    Così come lo stava seguendo adesso, uscendo dalla grande casa dove abitavano, l’unica in muratura di tutta la sedicente città, e attraversando la polverosa Main Street.

    – Dove andiamo? – domandò, sperando di non osare troppo.

    – Lo vedrai tra poco.

    – È per la mamma? – chiese, speranzosa.

    – È anche per la mamma. – Lo

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