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Vamp Empire
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Vamp Empire

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Seconda edizione del libro tratto da una conferenza del 2012 sul vampirismo energetico. Cos'è e cosa rappresenta dal punto di vista energetico completo di proposta di esercizi bioenergetici per ridurre la predisposizione che porta gli individui a legarsi a questo fenomeno. Altro su www.astroenergia.com
LanguageItaliano
Release dateMar 2, 2014
ISBN9788868858544
Vamp Empire

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    Vamp Empire - Giuseppina Bruno

    Giuseppina Bruno

     Vamp Empire

    (Impero Vampiro)

    Tutte le metodologie, le tecniche, i rimedi suggeriti e quant'altro proposto in questo testo, sono a esclusivo scopo didattico e non sostituiscono il medico, a cui bisogna rivolgersi per i problemi relativi alla salute. Pertanto, l’autore non si assume alcuna responsabilità per eventuali danni o problemi, causati dall'utilizzo delle informazioni proposte, oppure da una formulazione di diagnosi o autodiagnosi i cui risultati risultino nocivi.

    Copyright©2012 Giuseppina Bruno.Tutti i diritti riservati

    Seconda edizione, febbraio 2014

    isbn 9788868858544

    www.astroenergia.com

    Quando cercate di cambiare il mondo,

    prima le persone vi ignoreranno,

    poi vi ridicolizzeranno,

    poi vincerete voi.

    Gandhi

    Premesse

    Scrivere sul vampirismo energetico in maniera seria e costruttiva non è una cosa semplice.

    Da che punto è meglio osservare questo fenomeno?

    Il modo più semplice sembrerebbe essere la via psicologica poiché l’osservazione di alcune patologie o di determinati problemi nelle relazioni possono suggerire la presenza di questo tipo di analisi. Anche l’energetica offre una buona possibilità seppure nello studio di quanto ho potuto osservare, non abbia trovato del materiale soddisfacente in questo senso. Così ampliando l’uso della conoscenza, di quello che era nella mia possibilità di capire, ho cercato di usare una visione interdisciplinare per sperimentare qualcosa di diverso. Dico sempre, scherzando, che mi mancano gli studi della Fisica e infatti sono certa che mi darebbero maggiore solidità nell’affrontare le questioni energetiche che, seppure comprendo a livello intuitivo, non riesco sempre a trasmettere a livello cognitivo.

    È anche vero che la visione interdisciplinare è quella che ha consentito di strumentalizzare alcuni concetti e visioni che erano fuori tempo rispetto alla comprensione media. A volte questo agire è anche stato positivo, perché ha permesso di spiegare alcune questioni complesse, ma spesso si è trattato di una vera e propria manipolazione.

    In fondo l’utilizzo di quello che sai per affrontare quello che non sai, può spiegarti alcune attrazioni che ti spingono verso abitudini e pensieri. Questo può essere un bene, come quando cerchi di modificare il comportamento di un figlio verso una direzione più realizzativa e meno superficiale, ma spesso questo meccanismo non è sfruttato nel bene delle persone. Come se fossero sottoposti a un avvelenamento interdisciplinare e invisibile, gli individui hanno modificato la struttura portante della propria individualità. In questo modo si è generato quel piano di de-umanizzazione che negli ultimi anni si sta ampiamente realizzando, per ragioni che possono essere comprensibili nella gestione energetica di popoli interi.

    Ma al di là dell’intento, ogni metodo può essere utilizzato a fin di bene: per questo non bisogna mai demonizzare il metodo quanto piuttosto l’utilizzatore. Allora possiamo dire che la visione interdisciplinare è certamente un modo giusto di affrontare l’esplorazione del reale, perché permette una conoscenza possibile che non è solo quanto acquisito dalla scienza, ma anche quello che diventerà. In fondo se noi immaginassimo il campo della conoscenza come un insieme potremmo dire che nel tempo questo è cambiato, aumentando la sua dimensione. Questo aumento dimensionale è anticipato dalle possibilità, cioè da quelle nozioni che spesso sono affrontate da quei campi limitrofi alla scienza e che sfruttano la propria libertà per sperimentare il territorio reale. Alcune di queste visioni o nozioni sono quello che diventerà il seme della conoscenza, pioniere di un tempo che arriverà e la stessa umanità sarà stimolata da queste visioni a cercare di capire, creare delle connessioni nuove. Passando attraverso quei dubbi che è necessario porsi sempre, anche quando sembrerebbe inutile. Se ci abituiamo a pensare che tutto è possibile, tutto diventerà possibile ma che qualità avrà questo possibile diventato?

    Del nostro bene o del bene di quelli che l’hanno voluto realizzare tramite noi ?

    Questo dovrebbe essere il nostro interesse principale nel cercare qualsiasi risposta: comprenderne il valore realizzativo generale, non quello specifico. Cercarne la qualità umana, di progresso verso quella condizione ottimale in cui ogni resistenza verrà trasformata in una forza nuova. Nella costruzione di un mondo equilibrato dove ogni creatura può esprimersi nella libertà e nel rispetto di tutto quello che è intorno.

    Ormai è patrimonio comune: il pensiero è energia, che attrae materia. Per questo l’immaginazione dell’uomo e poi quella di una società intera, ha un ruolo fondamentale nella costruzione della realtà.

    Diventa fondamentale quindi capire quale sia la possibilità che l’uomo cerca: quella indotta da pensieri o impulsi all’impossibilità di creare un mondo migliore?

    Dovrebbe essere la visione del Paradiso e dell’Amore a trascinare l’immaginazione degli uomini. Ma questo purtroppo non è sempre possibile.

    Lo scopo di questo quaderno è invece di cercare di cogliere una visione possibilista per l’individuo, che porti liberazione all’ossessione di essere soffocato da pericoli non gestibili o eliminabili.

    Ciascuno ha la possibilità di scegliere dove vuole andare e cosa vuole fare della propria energia e del proprio tempo. Il fattore fondamentale è rilevabile nella consapevolezza e per questo è necessario fare del lavoro di crescita personale. Per questo ho presentato alla fine di questa presentazione un’appendice di esercizi energetici secondo il metodo Sui Kan.

    Imperi vampiri, perché questa definizione?

    Quando ho analizzato il termine di vampiro energetico ho cercato delle possibili definizioni.

    Da una parte abbiamo la dimensione di un vampiro, come rappresentazione di una personalità deviata, borderline o di una forza (quando non si voglia includere la volontà del soggetto di quel comportamento, come dire che sei cattivo ma non è colpa tua, è della forza stessa¹) e dall’altra parte la negazione assoluta di queste argomentazioni, in quanto non sono sostenibili dal punto di vista scientifico o razionale. Non rientra in questa analisi tutta quella letteratura vampira che ha invaso soprattutto la fascia di età adolescenziale, per quanto, indirettamente, siano motivo di caratterizzazione di alcuni comportamenti e tendenze sociali certamente di disturbo tra i più giovani.

    Il mito di queste ultime generazioni è del mostro redento, che resta comunque un mostro ma in una sorta di riqualificazione positiva. Questo attraverso un’analisi discutibile e incerta che presenta l’umanità di questi personaggi che restano comunque diabolici. Il vampiro vegetariano² è la prova culminante di tutto ciò!

    Nell’estremo di queste visioni ognuno di noi può restare affascinato nell’immaginare che queste creature oscure possano rovinare la nostra vita o sogghignare, pensando che ci siano persone che possono ancora perdere tempo per queste sciocchezze.

    La via di mezzo è nel provare a osservare, ascoltare e poi trarre una propria considerazione personale che magari sveli verità che possono risultare molto più scomode dei vampiri, come a esempio il capire che noi stessi possiamo risultare facilmente assimilabili al concetto del vampirismo.

    È certamente comodo pensare che il mostro, il brutto, il pericoloso siano sempre fuori di noi; che abbiamo bisogno di qualcosa che ci difenda da tutto questo, per poter sopravvivere, essere noi stessi, realizzarci. Pensare che questo pericolo sia generato da nostri stessi deficit o mancanze, è certamente difficile non solo da comprendere ma soprattutto da accettare e quindi cambiare.

    L’analisi che segue potrà risultare di non immediata lettura perché non è nello stile psicologico della New

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