La Luna nell’Arno di Ischia
()
About this ebook
Read more from Mauro Olmastroni
A Flash to the Sky Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCavallo Rosso Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa mia Verna Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPinzimonio Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related to La Luna nell’Arno di Ischia
Related ebooks
Hotel Meridiano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIn fondo al mar Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCiò che resta di una lepre sulla neve Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCon le gambe a penzoloni. La mia estate alla sua età Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProfessione viaggiatore Vol.2 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Mistero Del Lago Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSotto l'ombrellone Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlla fine di tutto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl profumo delle piccole cose Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCronache latine Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa corsa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cammino delle ombre Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn sorriso in braccio, diario di un'adozione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRönum Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSirene per magia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPassanti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl sassofonista Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPoco più che d'estate Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLibero di appassionarmi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAnime nella polvere Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Mente Nera - (volume 1°) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome radice nella pietra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNero di Seppia. Dai taccuini di un giornalista seduto in riva al mare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAnche i pesci hanno sete Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna comitiva di amici single Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl faro delle tenebre Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe melodie della tempesta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLeggende Dell'isola Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl profumo della terra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFaraway Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
General Fiction For You
Sette sfumature di eros Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUlisse Rating: 4 out of 5 stars4/5Viaggio al centro della terra Rating: 4 out of 5 stars4/5Jane Eyre Rating: 4 out of 5 stars4/5Tutto Sherlock Holmes Rating: 4 out of 5 stars4/5Storia di una ninfa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI magnifici 7 capolavori della letteratura erotica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsConfessioni di uno psicopatico Rating: 4 out of 5 stars4/5Justine ovvero Le disgrazie della virtù Rating: 3 out of 5 stars3/5Le affinità elettive Rating: 4 out of 5 stars4/5Lord Jim Rating: 4 out of 5 stars4/5La tomba e altri racconti dell'incubo Rating: 4 out of 5 stars4/5Come fare editing Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlla ricerca del tempo perduto Rating: 5 out of 5 stars5/5La vendetta delle Muse Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl sogno della camera rossa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa metamorfosi e tutti i racconti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio Rating: 4 out of 5 stars4/5Leggende e Misteri: dell' Emilia Romagna Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa luna e i falò Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl nome della rosa di Umberto Eco (Analisi del libro): Analisi completa e sintesi dettagliata del lavoro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI promessi sposi Rating: 4 out of 5 stars4/5Il maestro e Margherita Rating: 4 out of 5 stars4/5Faust Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI capolavori Rating: 4 out of 5 stars4/5I fratelli Karamazov Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe undicimila verghe. Il manifesto dell'erotismo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsInferno: Tradotto in prosa moderna-Testo originale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsConfessioni di un prof Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRacconti dell'età del jazz Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for La Luna nell’Arno di Ischia
0 ratings0 reviews
Book preview
La Luna nell’Arno di Ischia - Mauro Olmastroni
13
1
Avevamo deciso di tornare a Ischia a distanza di cinque anni dalla prima volta. Quella era stata una vacanza brevissima, quattro giorni con il figlio più giovane ancora minorenne che da una parte si mostrava annoiato dal dover stare dietro ai genitori, dall’altra appariva entusiasta di conoscere un angolo d’Italia con abitudini ben diverse e caratteristiche lontane da quelle della nostra vita di ogni giorno. Ci eravamo proposti di scoprire l’isola: qualche ora di mare, un giorno al parco termale Poseidon di cui ci avevano raccomandato la visita e per il resto veloci escursioni nei paesi più caratteristici: Casamicciola, Lacco Ameno, Forìo, Ischia, Sant’Angelo. Era stato un rapido giro che ci aveva fatto apprezzare le particolarità di quei luoghi di cui tanti amici ci avevano parlato, ma che eravamo riusciti a conoscere solo marginalmente per la brevità del soggiorno.
Questa volta la situazione era ben diversa: cercavamo solo il riposo, dopo un inverno e una primavera che ci avevano messo a dura prova. Avevamo bisogno di staccare, dal lavoro e dalla famiglia, genitori, figli e nipoti e avevamo deciso di fermarci in un albergo con piscina termale come ce ne sono a centinaia nell’isola, per fare qualche bagno nell’acqua calda, più rilassante che quella marina e più idonea alla nostra età e alle condizioni del nostro fisico, ovunque dolorante. Avremmo fatto ugualmente un po’ di mare e qualche escursione, ma cercavamo soprattutto riposo.
Avevamo prenotato a occhi chiusi, fidandoci di un’offerta trovata su internet accompagnata da poche ma indubbiamente accattivanti foto dell’albergo a due minuti dal mare. Eravamo consapevoli che era probabile che quelle fossero soprattutto uno specchietto per le allodole, ma fin da quando scendemmo dalla nave a Ischia Porto e ci dirigemmo verso Forìo, guardandoci intorno e ammirando la bellezza della natura e delle strutture turistiche, ci convincemmo che avremmo trovato un ambiente bellissimo. I primi dubbi vennero quando, arrivati all’inizio del paese, chiedemmo informazioni: nessuno conosceva quell’hotel e anche la via doveva esser molto lontana, sicuramente fuori dal centro abitato. Non avevo il navigatore e a forza di chiedere, cominciavo a perdere la pazienza; chi ci mandava ancora più lontani, chi ci rispediva verso il centro, ma soprattutto non si trovava nessuna indicazione del nostro albergo. Pensai di telefonare, ma mi riusciva difficile spiegare dove mi trovavo e solo quando ebbi chiara la mia posizione mi decisi a farlo, ma trovai la loro linea continuamente occupata. Fermai la macchina e mi decisi ad aspettare che passasse qualcuno per chiedere di nuovo, convinto ormai di aver preso una sonora fregatura; mi fu indicato di imboccare un vicolo, in fondo al quale trovai una grande porta a vetri su cui era attaccato un cartello, non più grande di un foglio di carta, con il nome del mio albergo. Un po’ sollevato, entrai: era un ambiente abbastanza prestigioso, ma trovai solo un grande salone spoglio con un bancone di quella che doveva essere la reception. Provai a girare per i corridoi stranamente tutti aperti, ma non c’era anima viva: dove eravamo capitati! Finalmente passò una ragazza che, in dialetto lombardo stretto, mi spiegò che per raggiungere la reception dovevo attraversare la piscina dietro l’angolo e il giardino e quindi prendere il vialetto di là dal cancello; potevo lasciare lì l’auto, anche parcheggiata in doppia fila perché tutte quelle in sosta appartenevano a clienti dell’hotel. Rinfrancato, chiamai mia moglie e ci mettemmo alla ricerca di ciò che dovrebbe essere la cosa più in vista di ogni struttura ricettiva. Ci trovammo in un meraviglioso parco con piscina, stranamente non recintato ma confinante direttamente col vialetto da cui eravamo arrivati, ma le persone cui ci rivolgemmo ci davano informazioni contrastanti o comunque non chiare, forse anche per problemi linguistici. Io e mia moglie rasentavamo il comico gironzolando avanti e indietro tra i villeggianti e ogni volta che lo ricordo, mi rivedo in quella situazione imbarazzante e ridicola: ora ci sorrido, ma allora ero piuttosto innervosito.
Valeva la pena di essere venuti a quel park hotel, nonostante le inquietudini dell’arrivo e dell’aver chiara la disposizione dei vari ambienti della struttura dislocati all’interno dal parco. I problemi, o meglio le cose strane e disorganizzate, c’erano e si vedevano bene, ma eravamo convinti che a breve li avremmo risolti senza difficoltà. Il primo fu di ritrovare il percorso dalla camera per arrivare alla piscina o alla reception, dopo che l’inserviente ci aveva accompagnato fin lì facendo un percorso che non eravamo riusciti a memorizzare. La camera era piccola ma rifinita con suppellettili di prestigio, come pure il bagno con rivestimenti di marmo; solo il televisore non funzionava, ma ci accorgemmo che era solo un problema del telecomando difettoso e non eravamo certo venuti in quel paradiso solo per guardare la TV.
Ci sentivamo imbarazzati quando uscimmo nel parco, innanzi tutto per scoprire l’ambiente in cui eravamo; sembrava che tutti ci guardassero, forse il nostro impaccio attirava gli sguardi degli altri, ma più probabilmente era solo la curiosità per persone nuove. La piscina esterna, a forma di L, era sufficientemente grande e bella, ma soprattutto era impreziosita dall’ambiente intorno, con una cornice di piante rigogliose sotto le quali e fino al limitare della vasca erano sistemati lettini, ombrelloni, tavolini e sedie sdraio, quasi tutti occupati. I fiori, di ogni tonalità di colore, la facevano da padroni, come le piante grasse, in quantità e tipi che non avevamo mai visto. C’erano sicuramente l’opera e soprattutto la capacità di giardinieri ma ancora di più si avvertiva la mano della natura e del clima. L’ambiente esterno era affollato da gente di ogni età, pieno come non avremmo creduto. Un po’ meno frequentata era la piscina coperta, forse anche per l’elevata temperatura e l’impressione di soffocamento che si respirava in quel locale rigorosamente chiuso da vetrage che lo rendevano simile a una sauna. Eravamo impacciati perché non sapevamo come muoverci e comportarci alla nostra prima esperienza in un ambiente come quello, ma ci volle poco ad adattarci al comodo tran tran quotidiano. Alternavamo i bagni nelle due piscine, il riposo nel giardino in compagnia di un giornale o un libro e qualche breve escursione in spiagge o paesi vicini, dove volevamo vedere, conoscere e godere il sole e la natura di quel paradiso terrestre. Avevamo imparato a muoverci in pullman, che ci consentiva un forte risparmio di tempo e soldi di parcheggio, grazie all’ottima organizzazione del sistema di trasporti pubblici sull’isola, ma soprattutto permetteva anche a me, di solito concentrato sulla guida, di ammirare il paesaggio che ci circondava.
Nei primi giorni di permanenza avevamo fatto poche amicizie e ci limitavamo a scambiare quattro parole con una coppia che al ristorante occupava il tavolo accanto al nostro e con una famiglia di Perugia, che in giardino era solita fermarsi vicino a noi. Probabilmente la mancanza di orari fissi e l’alternanza a piacere dei bagni nelle due piscine non favorivano la regolarità dei contatti, come pure il fatto che diversamente da tanti altri frequentavamo poco il bar e la terrazza prospiciente, dove quasi tutte le sere si organizzavano serate danzanti, sfilate di moda o spettacoli di cabaret. Noi uscivamo più volentieri a fare due passi, fino alla vicina spiaggia di Citara o nella direzione del centro di Forìo, fin dove tuttavia non eravamo ancora arrivati.
2
Ci volle poco per apprezzare i benefici di quella vacanza, sia sotto l’aspetto fisico sia soprattutto per il relax che ci stava avvolgendo e di cui avevamo un bisogno estremo, dopo che i mesi precedenti avevano messo a dura prova le energie psico-fisiche mie e soprattutto di mia moglie. Lei gradiva soprattutto l’acqua della piscina coperta, più calda e che le dava più sicurezza perché meno profonda dell’altra. Di solito restava molto tempo all’interno di quell’ambiente quasi soffocante, a volte anche durante la mezz’ora di pausa tra un bagno e l’altro, perché l’uscire all’esterno, dove di solito si avvertiva una leggera brezzolina del mare vicino, le dava un senso di fastidio. Io invece alternavo volentieri quella vasca con quella esterna, che mi era più rilassante nelle calde giornate di metà luglio. Anche le dimensioni dei due impianti erano assai diverse e all’esterno potevo fare qualche piccola nuotata per sciogliere i muscoli. La mia resistenza e la scarsa abilità dovuta al quasi inesistente esercizio fisico non mi permettevano di fare più di una decina di metri prima di un riposo, ma avevo notato subito, con una sottile punta d’orgoglio, che quasi tutti gli altri ospiti della piscina erano meno abili di me.
Per essere sincero, la mia preferenza per quella vasca era dovuta anche a un’altra ragione: da lì dentro potevo osservare con libertà tutti i bagnanti che riposavano ai bordi della vasca, soprattutto le signore, sdraiate a poltrire sui lettini o sedute ai tavolini a leggere o a parlare. Se ne vedevano di tutte le età, forse con predominanza di quelle mature rispetto alle adolescenti che facevano gruppo a