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Gesù dettava io scrivevo
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Gesù dettava io scrivevo

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Un opera a carattere spirituale e auto conoscenza interiore, rivolta a coloro che avendo iniziato a cercare e porsi le famose domande delle domande.

Chi siamo in verità?

E' perchè siamo qui su questa terra?


Buon percorso nel "fuoco" dell'amore di Dio.

patrizio.
LanguageItaliano
Release dateNov 20, 2013
ISBN9788868558697
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    Gesù dettava io scrivevo - Patrizio Gnocco

    Patrizio.

    Cenni storici

    Per duemila anni, secondo la volontà del Padre, la Grande Madre, ha celato e protetto nel suo grembo, il vangelo che Gesù ancora vivente, dettò all’apostolo Tommaso. Ma ai primi inizi dell’anno 1945, allo scattare dei tempi cosmici, tale vangelo, assieme ad altre 13 pergamene, tornò alla luce.

    Ci troviamo in Egitto, a circa cinquanta chilometri a sud dell’antica città di Tebe, (ora chiamata Luxor), non lontano dal grande fiume Nilo, quando un contadino, tra le montagne della località di Nag-Hammadi, incrocia il suo percorso con una grande giara, che da ben venti secoli cela al suo interno un grande tesoro, il messaggio in forma scritta di Gesù stesso, quello che possiamo definire come il Primo Vangelo.

    Si tratta di testi risalenti a circa la metà del primo secolo, redatti in lingua copta. Una volta riscoperti, parte di questi testi subirono varie vicissitudini e scambi, il vangelo di Gesù ora si trova custodito presso il museo del Cairo. Il primo che tradusse tale testo dal copto, fu il francese Jean Doresse nell’anno 1959, si tratta di un testo composto da 114 versetti o parabole di Gesù, a cui segue il commento personale dell’apostolo Didimo Giuda Tommaso. Questo vangelo venne annoverato tra i testi cosiddetti apocrifi, pertanto non venne riconosciuto valido per il cattolicesimo, infatti, tale vangelo, dà una immagine di Gesù, e del percorso della Via che altro non è che la conoscenza e salvezza, assai discordante rispetto ai vangeli canonici. Nel suo insieme ci restituisce una immagine di Gesù, più umana ma altresì, più divinamente umana, Dio che si specchia nell’Uomo, rammentandogli con amore, che è stato creato a Sua immagine e somiglianza.

    Il ritorno dell’uomo alle sue origini, alla sua essenza di Spirito, deve essere l’intento, e vera aspirazione dell’uomo stesso. Il ritorno a casa è la sua vera salvezza, tra le dolci braccia del Padre nella eterna pace e gioia interiore.

    In questo vangelo scopriamo la figura di un Gesù, quasi inarrivabile, ma allo stesso tempo, umanamente aspirabile, perché, se il piccolo uomo si fa amore, si riscopre a immagine e somiglianza del Padre. Gesù chiamò il suo discepolo, Didimo – Tommaso, che significa gemello, ma Egli ha dettato queste 114 parabole, per tutti i futuri Tommaso - gemelli del mondo. Tutti gli esseri umani, possono divenire specchi di Gesù, perché l’amore non ha limiti, l’amore vero è Dio stesso.

    Prefazione

    Con l’intento di poter offrire, un idea il più completa e ampia possibile del mio pensiero, inizierò a illustrare ciò che ho fino ad ora compreso, partendo obbligatoriamente dall’inizio della creazione.

    Perché solo partendo dalla comprensione reale dell’inizio, possiamo arrivare a darci le nostre risposte, alle domande di tutte le domande:

    Antica incisione su una colonna del simbolo della "Chiave della vita", tempio di Luxor in Egitto.

    La creazione

    L’universo, nasce prendendo forma e sostanza, grazie all’Amore (il Figlio), del Padre "Pensiero Vivente" e della Grande Madre "la materia in senso lato", Essi nel loro insieme costituiscono e rappresentano il TUTTO - l’UNO. Il Padre "Pensiero Vivente", pervade tutto il cosmo, e tramite i 22 Archetipi "le funzioni basilari", plasma con Amore la Grande Madre, tale Madre plasmata dal Padre, è il matrix, che è tutto ciò che noi percepiamo in questo mondo, energia compresa. Matrix, in cui ogni anima si reincarna provenendo dalla Luce, si!, siamo tutti Figli della Luce, proveniamo dall’ Uno, di là ove la Luce si crea da sola, sia che ne abbiamo o meno la consapevolezza interiore, siamo tutti Suoi figli, amati immensamente, tutti alla pari, e ci troviamo in uno stato di movimento e quiete, come il Padre. All’inizio Dio creò l’essere umano, era Spirito era Uno, unito in se stesso con motivi di amore vero, a immagine e somiglianza del Padre. L’essere umano, per entrare nella sfera della creazione (progetto d’amore di Dio), si separò, in anima e corpo divenendo Due, e acquisendo altresì, la consapevolezza di avere un corpo e del mondo materiale in senso lato, si attacco e innamorò a esso in maniera bramosa, cosiddetta creazione della donna, che sta’ a simboleggiare l’attaccamento bramoso dell’essere umano per tutta la parte materiale del mondo, suo corpo in primis. Grazie alla totale libertà mentale concessa con amore da Dio, dentro la mente dell’uomo, in luogo dei motivi di amore, presa forma e significato il concetto di MIO, il possesso, e il senso di Io l’Ego. Essi nella loro totalità, rappresentano i veri archetipi delle debolezze dell’uomo. A tali debolezze venne assegnato il nome di peccato, tuttavia, tale peccato non è affatto originale, nel senso di essere insito in noi già dalla nascita, ma egli può solo crescere dentro la nostra mente, giorno dopo giorno, dall’inizio della nostra reincarnazione. Il progetto d’amore di Dio è, di aiutarci ad allineare i nostri pensieri (motivi o intenti) ai Suoi, liberandoci definitivamente, dalle nostre debolezze di attaccamento alla materia, al fine di tornare a Sua immagine e somiglianza, e vale a dire Uno- Spirito. Tutto ciò, grazie alle varie reincarnazioni, tramite le quali, le nostre anime acquisiscono prove ed esperienze attraverso la materia, necessarie a trasformare il Due in Uno. Liberandoci, da quello stato mentale di attaccamento alla materia stessa, riallineando, i nostri pensieri ai pensieri di amore del Padre.

    Ogni anima, prima di venire in questa matrix terrena, è ben conscia del percorso che andrà a vivere, ma una volta reincarnata, cadendo nel torpore delle tenebre di questo mondo materiale, dimentica il tutto, al fine di poter fare il suo percorso di crescita interiore, per l’unico fine ultimo di "Imparare ad Amare". Il messaggio lasciatoci da Gesù, è di cercare di trovate l’Equilibrio interiore, tra la nostra parte femminile-anima e quella maschile-corpo, il tutto con motivi di Amore Incondizionato, messaggio che ritroviamo altresì racchiuso nel termine stesso di Messia, in aramaico MSA, in cui le tre lettere che ne formano il verbo:

    M - mem - femminilità, nutre, Yin, la Grande Madre.

    S - scin – maschilità, plasma, quiete e movimento, yang, il Padre.

    A - alef - Amore Incondizionato, che unisce, il Figlio, Gesù è l’ Unificatore per Eccellenza.

    Il tutto ben rappresentato nella croce di Ankh o Chiave della vita, ove ritroviamo il simbolo della maschilità, la cuspide, fallo, sormontato dal simbolo della femminilità, utero, entrambi che si uniscono, con motivi di amore vero. Amore, rappresentato dalle due ali di luce che vibrano con amore ai suoi lati, a compimento della chiave stessa.

    Pertanto, nel verbo del termine stesso di Messia, è racchiuso il messaggio segreto per la chiave della vita eterna.

    Il Figlio di Dio, è la manifestazione terrena all’uomo dell’Amore di Dio, e similmente, il Figlio dell’Uomo, non è altro che il piccolo uomo che ha trasformato tutti i suoi motivi di essere in Amore Vero, divenendo di fatto la manifestazione a Dio dell’amore dell’uomo. In sintesi la risposta alla domanda sul

    Chi siamo?

    "Siamo Figli della Luce"

    E la risposta del perché siamo qui ?

    "e siamo qui tutti, per Imparare ad Amare"

    Il Destino e il libero arbitrio

    Altro concetto che desidero esprimere, riguarda il destino e il libero arbitrio. Affrontare un simile argomento implica il definire due saldi concetti: il primo, è la consapevolezza di essere qualcosa di più di un corpo, che esiste pertanto qualcosa oltre alla cosiddetta morte, mentre il secondo, è la certezza interiore, che al termine della nostra vita, vi sarà una entità superiore, Dio, che ci giudicherà. L’idea più comunemente accettata del destino, è che noi ne siamo gli artefici, padroni delle cosiddette nostre scelte, e che tali scelte siano il nostro Libero Arbitrio "il bene o il male. Dopodiché, dato che molto spesso ci vediamo impotenti di fronte alla vita, e ai suoi imprevisti, ci rifugiamo nel fatto che esiste un destino più elastico, questo perché, quando secondo noi le cose ci vanno bene, ci prendiamo di fatto il merito, mentre quando sempre secondo noi vanno male, sentiamo il bisogno di scaricare le cosiddette colpe".

    Un antico detto orientale recita:

    Un leggero battito d’ ali di farfalla a oriente, genera un uragano ad occidente.

    E un antico detto, che dà una idea e altresì una risposta matematica, al destino materiale del mondo. Perché è cosa impossibile, muovere anche un semplice bicchiere su di un tavolo di un bar, e non pensare di aver cambiato il destino materiale del cameriere, che sarà costretto a prendere tale bicchiere in una posizione decisa da noi, modificando di fatto il suo tempo. Ma tale cosa sarebbe assurda, perché ognuno di noi, si crede padrone del suo destino materiale, delle cosiddette sue scelte, ma paradossalmente con tale pensare, ci rendiamo anche se non volutamente o inconsciamente, ognuno padroni, anche se parzialmente, del destino-scelte altrui, andando così ad interferire sul Libero Arbitrio dei nostri fratelli.

    Ma tutto, ciò sarebbe cosa non logica, pertanto la risposta coerente e matematicamente logica, secondo il mio pensare, è che il destino materiale del mondo è scritto da Dio, "la Tua volontà è fatta", mentre il nostro Libero Arbitrio, è rappresentato dai nostri "Motivi" o intenti, con cui andiamo a vivere le scelte di Dio.

    Vivere, e accettare una tale idea del destino, credo che sia cosa alquanto difficile per noi uomini, in quanto il nostro Ego, il cosiddetto crederci chissà chì, ci impedisce di accettare una simile definizione del destino, per poterla accettare, dovremmo riuscire a rimettere la nostra volontà ai piedi della Volontà del Padre .

    Quante volte, affermiamo, che sarebbe bastato un secondo per modificare in bene un determinato evento, o anche solo per renderlo meno cruento, ma allo stesso modo dovremmo affermare tale concetto, anche quando le cose vanno bene grazie a il medesimo secondo.

    Tuttavia, è tutto relativo, perché ciò che è bene per noi può essere male per un fratello, o addirittura, ciò che consideriamo bene oggi lo vedremo un male nel prossimo domani, al pari dell’araba fenice, dal male nasce il bene. In verità, il bene ed il male nel mondo materiale non esistono, perché tutto è, e non è ne bene e nemmeno male, è solo cosa buona e giusta, voluta da Dio. Mentre il vero bene e male, abita solo nella mente dell’uomo, e vale a dire con che tipo di motivi andrà a viversi, le scelte buone e giuste di Dio. Ribadisco che tutto ciò, è un concetto assai difficile da accettare, soprattutto quando assistiamo a delle morti di bimbi di soli pochi mesi, inflitte a volte, addirittura da coloro che dovrebbero amarli, e non riusciamo a darci spiegazione, e in tali istanti ci rifugiamo in imprecazioni, o nel cosi detto caso, oppure

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