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Antologia VIII ed. Premio Letterario Giovane Holden
Antologia VIII ed. Premio Letterario Giovane Holden
Antologia VIII ed. Premio Letterario Giovane Holden
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Antologia VIII ed. Premio Letterario Giovane Holden

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About this ebook

Una miscellanea di trenta racconti e altrettante poesie, che rappresenta un assaggio del meglio che l’ottava edizione del Premio Letterario Giovane Holden ha prodotto a livello lirico e narrativo.
LanguageItaliano
Release dateSep 28, 2014
ISBN9788863965452
Antologia VIII ed. Premio Letterario Giovane Holden

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    Book preview

    Antologia VIII ed. Premio Letterario Giovane Holden - AA. VV.

    Holden. 

    Classifica finale

    VIII ed. Premio Letterario Giovane Holden

    Sezione Poesia inedita

    Giulia Cordelli - Violenza - Microcosmo

    Edoardo Penoncini - Mi piacerebbe

    Sara Albanese - Inverno

    Premio Speciale della Giuria:

    Donatella Pardini - Sola...

    4° classificati pari merito:

    Alice Agostinelli - A testa bassa

    Claudio Alciator - Il dissenso

    Barbara Barone - 7 dicembre 2012

    Francesco Buccafusca - Mio padre

    Alessandro Caparesi - Delitto irrisolto

    Alessandro Corsi - Angoli dolci

    Leonardo D’Amico - Toglietemi tutto

    Luciano De Fortuna - Il nostro secondo momento

    Filomena Del Vecchio - Appartiene la notte

    Chiara Fortunati - Nostalgia

    Louis Glacier - Notturno 13.77

    Elio Lunghi - Moby Dick

    Simona Maggiore - Poeta

    Paola Marinelli - Il drogato

    Rosamaria Nicassio - Eco

    Elena Nutini - Notte sulla Francigena (pellegrinaggio nel terzo millennio)

    Paola Orsini - Consapevole illusione

    Mariangela Padovani - Avvolta da una nube opaca

    Milena Perico - Fratello minore

    Francesco Salvini - Equinozio

    Donatella Sarchini - Pazienza

    Lorenzo Simonini - Io e te

    Luca Giuseppe Tagliabue - Clessidra

    Emilia Turiano - Spersa

    Angelo Vaccari - Il carnevale

    Stefania Vecchiato - Bianca

    Sezione Racconto inedito

    Carmina Trillino - Quarantotto, quarantanove, cinquanta

    Massimo Villivà - La divisione dei ruoli

    Giuseppe Perciabosco - Gene recessivo

    Premio Speciale della Giuria:

    Lucio Scorzelli - Filadelfo e Paolina

    Jacopo Iannacci - Maiolati Spontini

    Gabriella Sperotto - La maestra della pala

    4° classificati pari merito:

    Renata Adamo - Condominio notte

    Maurizio Baruffaldi - L’armonia

    Giorgia Bruzzone - Il Natale di un foglio di carta

    Francesco Buccafusca - Il lanciatore di coltelli

    Massimo Cerina - Il nuovo professore

    Tony Colina - Thigmatithmo

    Giuliano Conconi - Un ottimo affare

    Giulia Cordelli - Il pianto

    Riccardo D’Auria - Due regine e uno chauffeur

    Antonio De Palma - Pan

    Paolo Durante - Klatù, barada, nicto!

    Romano Giammattei - Sole d’estate

    Nina J. Kors - Una mattina i tulipani

    Lodovico Lindemann - Deliziosamente struggente

    Francesca Caterina Matricoti - Sushi

    Maria Clotilde Pesci Schiavo - Viaggio di riconciliazione

    Tiziana Maria Pulcrano - Margherita

    Donatella Sarchini - Il dono

    Fabio Simonini - Solaio, tra mito e realtà

    Michele Raul Trojano - La libera scelta dell’ingrato Janvier

    Angelo Vaccari - Un nodo stretto

    Davide Valenti - Lo sposo occidentale

    Anna Vieri - Tra due guerre

    Anna Maria Zanchetta - Trasecolando

    Sezione Romanzo inedito

    Annalinda Buffetti - Il viaggio vol. 1 - Il finocchio selvatico sa d’anice

    Bruna Franceschini - Come una lupa con otto zampe

    Michele Di Mauro - Kaleido - Il circo delle donne

    Premio Speciale della Giuria:

    Patrizia Rasetti - Tre galline e una volpe

    4° classificati pari merito:

    Alfonso Angrisani - No voci agenda per oggi

    Paola Bigozzi - Cuore di fiumara

    Elena Blancato - Querida

    Giorgia Bruzzone - Bride - La caccia alle veneri nere

    Raimondo Caliari - L’albero dalle foglie irrequiete

    Marina Casali - Donnee (È arrivato l’arrotino)

    Stefania Cenciarelli - Utopia dell’opulenza

    Luca De Gaetani - Novembre ha gli occhi verdi

    Luca Falchi - Hotel Posta

    Sanzio Gamberini - Gli impacci di un povero prete

    Gerardo Giordanelli - Osteria con uso cucina

    Ermanno Giraudo - La mosca cieca

    Vincenzo Gueglio - Lo scherzo

    Alessandro Izzi - Il respiro delle onde

    Francesca Lazzeri - Qualcosa di lieto

    Valentina Mannino - On-off

    Sandro Manoni - L’eredità De Cortes

    Chiara Marchesini - E se tutto accade fuori

    Maria Francesca Mariano - La scialletta rossa - Una donna di mafia

    Matteo Mosca - Provando ad affogare il mare

    Mari Nerocumi - Le variabili del cerchio

    Giovanna Nieddu - Il narratore

    Alessandra Perotta - Formentera

    Bruno Previtali - Il camaleonte pirla

    Fabiola Sciarratta - Bloody books

    Simone Vesentini - Una disonesta fortuna sfacciata

    Sezione Romanzo edito

    Silvia Longo - Il tempo tagliato

    Andrea Fiorenza - L’elefante nel salotto

    Peter Zeller - I mandarini sotto la neve

    Premio Speciale della Giuria:

    Arturo Bernava - Scarpette bianche

    Roberta Tamiso - Lucrecia

    4° classificati pari merito:

    Gabriele Astolfi - Tumuori

    Gianna Botti - All’ombra del gigante

    Antonella e Franco Caprio - Non c’è Cuore

    Francisca Da Silva - A letto con il chirurgo estetico

    Angela De Leo - La via delle vedove

    Davide Di Giuseppe - Il deserto dei fiori

    Sara Di Furia - I segreti di Kane Town

    Michele Di Mauro - L’Uomo-Carbone

    Roberta Di Pascasio - E-mozioni da poco

    Vale Fiò - Se un colpo di coda

    Antonio Giordano - Il grande sipario

    Erika Rigamonti - Binario 7

    Luigi Saccomanno - Scrittori brutta razza

    Eleonora Scali - Un fiume di guai

    Fabrizio Voltolini - Hy-hoon

    Sezione Poesia edita

    Milena Perico - La spada e il cuore

    Franca Canapini - Il senso del sempre

    Antonella Tissot - Viaggio con sosta

    4° classificati pari merito:

    Lina Anoardi - Poesia x pensare

    Carlo Benincasa - Metastasi dell’abbandono

    Massimo De Ciechi - Lasciando che il pensiero muti il fremito in poesia

    Gaia Gentile - Merimia

    Luigia Paglia - Viaggiatrice di emozioni

    Renzo Piccoli - Cantar de mi amor

    Daniele Santoro - Sulla strada per Leobschüts

    N.B.: I nomi dei finalisti sono in rigoroso ordine alfabetico.

    Sezione Poesia

    Alice Agostinelli

    - Finalista Sezione Poesia -

    A testa bassa

    Ho quasi trent’anni.

    Sono sola in un parco pieno di estranei sorridenti.

    Li odio tutti.

    Che cosa avranno da sorridere?

    Niente conigli, niente faine, niente faide oggi per me.

    Aspetto che si svuoti.

    Ascolto i bambini piangere

    strappati all’erba con forza.

    E pezzi di conversazione come quelle che mi tengono compagnia

    ogni notte

    prima di addormentarmi.

    È ora di cena e scende la sera.

    Ho freddo.

    Sono l’ultima a lasciare nel silenzio

    gli alberi e le panchine e la terra.

    Ed è così che torno allo zoo del mio circo.

    A testa bassa.

    Sara Albanese

    - 3a classificata Sezione Poesia -

    Inverno

    Capelli di ghiaccio disegnati nella nebbia,

    rigidi e sottili come rigagnoli inversi

    che risalgono il corso della luce

    e si essiccano tendendo verso il cielo.

    Non è linfa ma corteccia

    che scorre nelle vene di brina,

    solida come un velo lacrimale

    che la palpebra protegge dalla notte.

    L’albero che soffia i suoi rami

    rappresi come fiato nel gelo del mattino

    si aspetta che il sole con sguardo distratto

    liberi in gocce la tenacia del tocco più alto.

    Claudio Alciator

    - Finalista Sezione Poesia -

    Il dissenso

    Cerchi dissidenti

    tra fari ormai spenti

    sguardi celati

    da occhiali da sole

    stati d’anima

    …c’è un po’ di confusione

    guardarsi allo specchio

    riconoscere un altro… diverso da sé.

    Qual è la speranza

    per questo povero essere che

    non riesce altro a pensare

    se non alla sua attuale

    triste esistenza?

    Barbara Barone

    - Finalista Sezione Poesia -

    7 dicembre 2012

    Questa neve

    sembra lavare via le nostre colpe

    e il mio passato,

    come un velo glaciale di purezza

    che scende dentro al cuore e

    gli chiede di rinascere.

    Chissà se anche tu vedi

    questa coltre lucente sul cammino

    e come me ora pensi

    a rendere più puro il tuo giardino

    e se nei tuoi pensieri

    io ci sono

    come la neve bianca,

    oppure come cosa da mondare… 

    Francesco Buccafusca

    - Finalista Sezione Poesia -

    Mio padre

    Mi guardava.

    Mi guardava

    e non diceva niente.

    Non c’era niente da dire.

    Le parole

    non sanno raccontare il cuore.

    Mi guardava

    oltre il vetro scuro delle porte scure

    e stringeva gli occhi per trovarmi.

    Occhi stretti

    che a inumidirli non è la pressione

    sono i ricordi

    e sono il modo di abbracciare

    di conservare

    per sempre

    un satellite

    che è diventato cielo.

    Alessandro Caparesi

    - Finalista Sezione Poesia -

    Delitto irrisolto

    Apprendiamo dall’ANSA una notizia dell’ultim’ora:

    trovato il corpo senza vita dello Stupore.

    Un ignoto passante col suo cagnolino,

    uscito per bisogni non procrastinabili di primo mattino

    manifestati da uno dei due senza ulteriore dettaglio,

    ne ha segnalato il cadavere disteso sull’asfalto bagnato.

    Sembrava dormisse, ha dichiarato il cane, senza null’altro aggiungere.

    Il predetto non presenta, ma forse li presenterà,

    segni di violenza pubblica o privata;

    gli inquirenti, in attesa di passare al participio passato,

    non escludono ipotesi alcuna, compreso il suicidio,

    benché improbabile a quell’ora, col cielo turchese e poche nubi.

    A causa della scomparsa del predetto Sentimento,

    per quanto, come noto, nel recente non godesse di buona salute,

    le Autorità si attendono, nel breve termine,

    un’ulteriore diminuzione della luce interiore

    con possibile degrado della bilancia dei pagamenti.

    Della qual cosa non si è stupito nessuno,

    per ovvi motivi,

    solo qualche formica si è chiesta -uh-

    in riunione con le lumache del quartiere, se l’evento delittuoso,

    che riecheggia tristezza e bande nere,

    sia collegabile o riferibile o altro

    alle pregresse scomparse delle sorelle del defunto,

    le signore Meraviglia e Sorpresa, anch’esse sorprese,

    scusate il bisticcio, nel fior fiore degli anni e di cui nessuno,

    tranne i quattrenni, conserva memoria.

    Le esequie si annunciano sobrie, con fiori e striscioni

    nelle gradazioni cromatiche previste per legge.

    Ulteriori approfondimenti dopo la pubblicità.

    Giulia Cordelli

    - 1a classificata Sezione Poesia -

    Violenza - Microcosmo

    Come lumaca attaccata a lumaca

    -ermetica chiusura d’un amore di campagna-

    conto i fili d’erba che m’infilzano la vita,

    distesa su un prato o terra d’una vigna,

    rubato l’attimo alla notte di minore custodia

    del posto, di me.

    Conto le stelle e i culi di lucciole

    cattive a ricordarmi ch’è ben altro, quello che volevo.

    Silenziose formiche insonni innocue passeggiano

    sul fianco del mostro che sopra di me preme

    le budella, il ventre, il cuore,

    geme svegliandomi di nuovo.

    Ch’ero altrove in quella tana di talpa

    tutta intenta a vagheggiare il ventre della terra,

    tunnel infiniti scavati per la fuga,

    veloce senza la vista scava,

    fugge la zappa sua rivale d’una vita

    -la mia è l’uncino come un pesce all’amo, oppure irretita-.

    Son tanti i rumori del mondo tra l’ansare sconosciuto:

    un grillo che canta -maledetto- il fresco felice d’una notte di mezza estate.

    Vorrei cantare anch’io il mio divenir donna

    ma delusa taccio la sventura dell’inganno

    mentre penso alle crudeli coincidenze coi miei sogni:

    è pur un prato, un cielo stellato, ma è tutto sbagliato.

    Un cuculo chiama la sua amata: che ritorni presto al nido.

    Ritorno anch’io col pensiero all’innocenza,

    alla seppur minima parvenza di realtà in questa mostruosa visione.

    Torno con l’orgoglio al bianco grembiule e ai giochi spensierati,

    con la nonna le passeggiate in questa campagna -oh, nonna!-

    quando i tramonti erano solo l’annuncio dell’alba.

    Un gorgoglio di saliva -è la mia gola- sboccato da viscerali lamenti.

    Un muto grido d’insolenza e di vergogna sgorgato più tardi:

    un’ora intera sola a cercare di fermare le ginocchia

    sotto un cielo crudele di tradite aspettative,

    speranze assassinate dal destino, dalla colpa

    d’un bambino menato e incattivito che cercava una vendetta.

    Alessandro Corsi

    - Finalista Sezione Poesia -

    Angoli dolci

    Ci sono degli angoli

    così dolci e perfetti

    da essere dei mondi

    conclusi in loro stessi.

    In quegli angoli

    così dolci e perfetti

    si perdono i miei passi,

    che seguono le mani:

    le quali tutto toccano,

    dopo che gli occhi

    lo hanno contemplato.

    Viandante d’ogni angolo,

    cosa potrò mai fare

    dopo che l’ultimo passo

    mi avrà condotto

    al di là del tempo?

    Leonardo D’Amico

    - Finalista Sezione Poesia -

    Toglietemi tutto

    Come fratello di Ulisse

    metto cera nei timpani

    non per paura delle sirene

    ma per annullare lo scandire del campanile.

    Al bando lancette e clessidre

    mentre butto via la radiosveglia

    che mi hai regalato tre anni fa

    per il mio aumento di salario.

    Un ticchettio mi innervosisce.

    L’orologio nascosto ricorda l’ora

    e mi rammenta che il tempo si è stancato di me.

    Ho chiesto che andasse veloce

    che rallentasse

    si fermasse.

    Rette sfere insistono

    implacabili parlano

    ferme all’arrivo

    di un viaggio nel tempo.

    Ogni uomo quando muore è solo.

    Luciano De Fortuna

    - Finalista Sezione Poesia -

    Il nostro secondo momento

    Se vedessi te

    ti raccoglierei

    come rugiada radiosa,

    ti porterei

    in un sogno eterno…

    ma questo cielo

    è così terso

    e la finestra è troppo stretta.

    Non ha margine

    il mio desiderio

    è un filo ispessito

    dai fiori di maggio,

    è un umido segreto

    evocato dai ricordi:

    il sole, l’acqua, il vento,

    la danza del fango

    la maschera del tempo.

    Se vedessi te

    rivivrei tutto questo

    fissando le tue mani

    che m’arrivano al volto,

    il nostro secondo momento

    un passo breve nell’infinito. 

    Filomena Del Vecchio

    - Finalista Sezione Poesia -

    Appartiene la notte

    Appartiene all’amore la notte

    fasciata di ansiti

    respiri

    mugolii

    di corpi abbracciati

    all’unisono.

    Arricchita di pensieri

    e contro pensieri

    si fa introspezione e follia

    desiderio di gettarsi a capofitto

    fra le onde del mare

    per rinascere

    nel breve intermezzo

    a nova vita.

    Punteggiata di stelle tremule

    fa da ponte

    agli amanti

    erranti

    alla ricerca di quiete.

    Manto nero

    oscuro

    attraversato da lampi e tuoni

    presagio arcano

    fido compagno

    delle ore di solitudine.

    Mondata dalla pioggia

    abbracciata dalla neve

    sferzata dai venti

    imperterrita

    persegue

    il cammino

    impervio e dolce

    forte e rassicurante

    rivestendosi di sogno

    e di fantasia.

    Da sempre

    amica fidata

    silente confidente

    grembo in cui chetarsi

    immoto ristare

    prima che l’attesa giungendo

    trasli e passi

    ogni cosa si porti via

    in un battito d’occhio.

    Mielata

    luminosa

    appagante

    ristoratrice

    pausa e rintocco

    di campane a distanza

    i cui echi si spandono

    come braccia filiformi

    verso l’eterno.

    Chiara Fortunati

    - Finalista Sezione Poesia -

    Nostalgia

    Mostri,

    mostri mai morti

    che mi divorano dentro:

    che voglio conoscere la vita

    ma della vita non sono partecipe;

    che voglio essere una roccia

    ma solida non sono…

    senso di nostalgia;

    maledetto ardore,

    maledetta vita che ancora gridi

    che ancora ardi le viscere buie.

    Io volevo così tanto riposare!

    volevo tanto godere di questi giorni,

    ma tu ancora inumidisci i miei occhi di pianto

    e ancora animi desideri privi di patria.

    Louis Glacier

    - Finalista Sezione Poesia -

    Notturno 13.77

    Dove gli alberi all’imbrunire

    sono torri di carbone,

    il tuo profilo si confonde

    tra la luna e l’ultimo frammento

    di luce che si spegne senza fretta.

    Nel punto esatto in cui tutto

    dentro di me

    si accende

    del tuo sorriso.

    Elio Lunghi

    - Finalista Sezione Poesia -

    Moby Dick

    Vagavo nel cielo senza precauzioni

    sopra gocce di vino santo e olio di

    balena; nuotavo tranquillo privo di

    affanni, felice di contemplare cose

    che non avevo mai visto.

    Con rapide e infaticabili bracciate

    un giardino di luce ho circumnavigato.

    Gli angeli sciavano con i piedi piumati

    su piste coperte di ambra e panna montata

    lanciando palle multicolori, e mangiavano

    crine di cometa e fiordalisi, polpa di stelle

    e fiori della Passione.

    Bevvi il vino santo e con l’olio le mani

    mi profumai; per rimanere fermo nel cielo,

    alla barba di S. Pietro mi aggrappai, ma le

    mie mani scivolavano e da quel momento

    l’ascesa si trasformò in una discesa.

    L’apostolo rideva sotto il latteo pelo,

    mentre io scendevo rapido senza freni.

    Non mi arrabbiai, al contrario lo ringraziai,

    poiché, senza l’ausilio della sua barba sarei

    entrato in una traiettoria cosmica.

    Caddi nel mare, lontano dalla riva, nel mezzo

    di una moltitudine di cetacei in festa.

    Era da poco tornato Moby Dick, e le balene

    in circolo con soffi d’acqua formavano una

    fontana e mi offrirono pesci dorati, rose di

    madreperla e oceani illimitati. Poi, cambiando

    il tono della voce, a Moby Dick chiesero perdono

    per averlo abbandonato nel potere del genere umano.

    Ora, pensavano di essere salvi, era ricomparsa

    la balena bianca a vendicarli.

    Per un certo tempo, vissi nell’oceano, però anche lì,

    i pesci grossi mangiano quelli piccoli.

    Stanco di mangiare pesce, in una rete piena di pesci

    mi gettai, e con mio rammarico tra i cacciatori di balene

    ritornai.

    Simona Maggiore

    - Finalista Sezione Poesia -

    Poeta

    Poeta,

    ascolta il mio silenzio,

    leggi il mio sguardo,

    parla alla mia anima,

    non m’abbandonare

    a me stessa,

    potrei perdermi.

    Poeta,

    accarezzami il cuore,

    svelami il segreto

    di sentire i pensieri,

    di vedere l’ignoto,

    di toccare l’immenso.

    Poeta,

    figura sì astratta,

    fatata, magica…

    non t’abbandonare

    all’umano sentire,

    potresti perderti.

    Paola Marinelli

    - Finalista Sezione Poesia -

    Il drogato

    Le mie braccia

    fori sanguinanti.

    La mia mente

    un fuoco di follia.

    Giocai ad

    un giuoco oscuro

    e non fui più

    me stesso.

    Ogni foro porta la mia

    mente lontana dalla vita

    dall’amore, da te, da me.

    Tutto danza

    in un gorgo

    di risa beffarde

    di spiriti maligni

    che mi artigliano

    strappandomi

    alla vita.

    Chi sono?

    Chi siete?

    Fantasmi

    che scorrono nelle vene

    e fluiscono verso

    il mio cervello svuotato

    di emozioni.

    Quando ritorno

    e la paura della paura

    mi confina in un angolo

    tremante di solitudine,

    mi buco ancora e

    quel giuoco oscuro

    riprende a giocare

    tra vita e morte.

    Non sono più

    l’uomo che sognava,

    l’uomo che amava,

    l’uomo che lottava per vincere.

    Sono un drogato

    che ha barattato

    la sua vita col niente.

    Rosamaria Nicassio

    - Finalista Sezione Poesia -

    Eco

    Ti ho vista disegnare le mura della casa

    con alito vivo, o lontano virgulto-

    commemoro i tristi selciati

    sui quali giace l’eterno sussulto.

    Abbraccio nudo ogni mattino,

    il mio ventre è gravido di voci lontane-

    nobile memoria, ravvivi il tormento,

    componi melodie di agitato silenzio.

    Odoro d’eco,

    ho una sete adolescente.

    Elena Nutini

    - Finalista Sezione Poesia -

    Notte sulla Francigena

    (pellegrinaggio nel terzo millennio)

    Silenzio e lucciole

    e aroma di foraggio

    seduti sotto gli argini del cielo

    sotto la cappa scura

    traforata di stelle

    denominata notte.

    Dischiusi i sensi

    ai brividi del buio

    avanzano le effimere

    libellule dell’anima.

    Sensibili memorie

    d’agguati e commozioni

    che dicono di noi

    novelli pellegrini

    trai campi e i tabernacoli del cuore.

    Socchiusi gli occhi

    scendiamo la collina

    su strade di emozioni

    che predano il presente

    briganti del duemila

    tra sassi e traumi del passato.

    Scortati da nottambule falene

    tracciamo sul tepore dell’asfalto

    ad uno ad uno

    gli indefiniti passi dell’amore

    su un filo di atmosfere

    di voglia, di timore.

    Sentore d’ombra

    preghiere e fieno.

    Sul sacro del sentiero

    dal tetto delle pievi

    cantilenanti fragili sirene

    attestano

    l’ennesimo passaggio

    ai loro piedi.

    In bilico da sempre

    salutano dall’alto

    testimoni

    piene di grazia

    benedicenti

    lievi.

    Paola Orsini

    - Finalista Sezione Poesia -

    Consapevole illusione

    La luce è muta in questo groviglio.

    Vaghiamo incerti con le mani protese,

    infermi ed insicuri,

    urtando tra i tronchi aguzzi della vita.

    Ci bagniamo le mani,

    illusi di aver trovato una fonte tra fresche rocce,

    ed invece è solo il sangue delle nostre ferite:

    i segni di dolorosi desideri,

    nascosti sotto le unghie delle dita.

    Mariangela Padovani

    - Finalista Sezione Poesia -

    Avvolta da una nube opaca

    Avvolta da una nube opaca

    mi sento avvizzire

    come un fiore, ormai putrido di morte

    consumata dal mio stesso pensiero.

    Violentata dal silenzio dei giorni

    mi dibatto in tacite grida atroci

    cercando di uscire

    dalla cella angusta e buia

    che mi avvolge, legata in catene

    di cui ho perso la chiave.

    Piena di un immenso nulla

    denso e bianco, viscido,

    che soffoca il petto,

    le viscere dolenti e stanche

    gli arti ormai spezzati.

    Annegata dentro me

    assordata dal rantolo continuo

    del mio essere gemente

    che chiede e non sa cosa

    e distrugge e odia

    odiando il suo stesso odio.

    Annegata

    dentro la rancida stagnante

    putrida essenza

    avvizzita del mio io sanguinante

    di sangue ormai rappreso.

    Decomposta e deforme

    ormai non ha più forza la mia lotta

    non so più trovare una strada

    fuori dal labirinto

    soffocante

    della mia psiche distorta.

    Donatella Pardini

    - Premio Speciale Sezione Poesia -

    Sola…

    Delusa

    denudata

    disarmata

    dea del nulla

    vago alla ricerca di me.

    Imbruttisco le mie forme

    le denigro

    le nascondo.

    Ma ho solo me stessa

    le mie radici affondano nella sabbia…

    che si frantuma ad ogni passo falso.

    Sento un dolore nel cuore

    sento che ha smesso di battere forte!

    Edoardo Penoncini

    - 2o classificato Sezione Poesia -

    Mi piacerebbe

    Mi piacerebbe che tutti sapessero

    e da ogni libero peregrinare

    tracimasse l’amore per la terra,

    che ogni nostra canzone ci portasse

    dove crescono tra i sentieri rose

    canine e rosse bacche selvatiche,

    dove il grano s’imbionda e si dà un tono

    di rosso coi papaveri che gli coprono la schiena

    mi piacerebbe che tutti sapessero

    che quando un uomo si ferma e si guarda

    le mani, mani scure di terriccio,

    vede specchiarsi un cielo di sorrisi

    e il peso delle stagioni si fa buono

    sfumando dolce la sfera del volto

    con la strada bianca che porta a casa

    mi piacerebbe che tutti sapessero

    e che ogni uomo amasse la sua patria.

    Milena Perico

    - Finalista Sezione Poesia -

    Fratello minore

    Pensavo fosse possibile

    leggere nei tuoi occhi l’amore,

    l’odore delle tue carezze

    all’imbrunire del giorno,

    il silenzio nel salotto

    e quel fuoco che ardeva incessantemente.

    Sognavo la tua mano sul mio manto

    morbida e calda come seta,

    ma l’antico proverbio canta ancora

    la stessa melodia di allora-

    le nuvole non muoiono

    quando il vento le disperde lontane-.

    Mentre legavi attorno al mio collo

    la tua viltà celata di paura,

    e trascinavi in macabra danza

    il mio corpo impotente e dolorante

    ti divertivi a guardarmi

    con la gola strozzata dal tuo inganno,

    e il freddo sempre più caldo

    ogni volta che m’indossavi disinvolto.

    Ora guardami, fratello maggiore,

    al tuo fianco sarei morto contento

    e la vita ci avrebbe abbracciato

    con suoni e colori brillanti.

    Povero fratello e amico del tempo

    ancora credi alle parole del vento

    quando sussurra nelle sere d’inverno

    quanta gioia porta il dolore

    la morte di un fratello minore… 

    Francesco Salvini

    - Finalista Sezione Poesia -

    Equinozio

    Muterà l’alba in bellezza

    o forse è solo pecca del mio animo

    malato di dolore e di speranza.

    Ci sono tutti i presupposti

    che questa sera migri altrove

    -la rondine a primavera

    trova altri tetti prima di tornare.

    Già si apre il petalo

    vermiglio del tuo spirito ferito,

    in te luce e vita

    danzano travolte dalle tenebre,

    sopra un palco abbandonato

    in un sobborgo vuoto di città.

    Sarà allora il momento,

    sarà tempo di sbocciare

    e mostrare il tuo sorriso

    senza speranza al silenzio del sole,

    perché così è la vita

    -ed è sempre più dura.

    Donatella Sarchini

    - Finalista Sezione Poesia -

    Pazienza

    Seguire

    con lo sguardo

    un fil di fumo

    in fondo a un orizzonte

    ignoto,

    finché ogni molecola

    di gas

    sarà dispersa.

    Immaginare

    il numero infinito

    di attimi

    che ci separano

    dall’ultimo respiro.

    Ricomporre

    frammenti casuali

    di conversazioni

    in una rapsodia armonica

    della comunicazione.

    Attendere

    per tutta la notte

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