Alla sera la poesia
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L’anno scorso sotto la Loggia del Municipio, nel cuore della
città, sessanta poeti hanno letto i loro versi durante le cinque
serate di pordenonelegge.it davanti ad un pubblico attento e
appassionato, dando vita ad una vera e propria festa. Si ripete
che è necessario l’approfondimento critico come bussola per
orientarsi e dare una direzione al ramificato panorama della
contemporaneità, ma non si deve dimenticare che sono
altrettanto importanti la condivisione e l’ascolto, senza i quali la
poesia perde qualcosa. Non tanto perché l’evento possa sostituire
l’esperienza della lettura individuale o la riflessione sulla parola,
quanto perché la poesia oggi ha bisogno di essere ascoltata,
anche uscendo dalle proprie consuete nicchie. In questi tempi
difficili o la poesia accetta questo rischio o diventa un discorso
sempre lontano dalle persone a cui vorrebbe rivolgersi.
Inoltre nel 2012 il festival ha partecipato al Crossroad European
Literature Project in collaborazione con i festival di Cùirt in
Irlanda e di Vilenica in Slovenia. Tale progetto intende creare
una rete di condivisione di voci ed esperienze, ospitando autori
stranieri e organizzando laboratori di traduzione. Tutto ciò per
inventare uno spazio di incontri dove far nascere relazioni o
consolidarne di esistenti e per far uscire la poesia e i festival
letterari dal solo ambito nazionale, che forse è il limite più grave
che ha caratterizzato la recente tradizione culturale italiana. Il
futuro è invece il dialogo tra le letterature, che è dialogo tra
culture per incontrare mondi diversi, facendoli propri, perché
noi siamo anche gli
Fondazione pordenonelegge.it
pordenonelegge.it unisce le persone sulla base dell’amore più bello che esista, l’amore per le storie, per i racconti, per i sogni: in una parola, per la letteratura. Scrittori, filosofi, giornalisti, poeti, artisti si sono alternati in un palco ideale dove non esistono differenze di ruolo, ma dove suona la parola di una cultura che si confronta per necessità, verità e vocazione, con i problemi reali del nostro tempo. Dal 2000 pordenonelegge ha convinto sia la critica più raffinata, che il grande pubblico. Nel tempo si è passati da 3 a 5 giornate, ed è cresciuto l’impegno per rivitalizzare le attività delle associazioni, i servizi, le proposte commerciali di Pordenone, le sinergie tra istituzioni nonché per rafforzare l’identità turistica culturale del territorio. Pordenone è riuscita così a ritagliarsi un ruolo di prestigio all’interno del panorama culturale nazionale. La manifestazione, come una vera e propria festa nel centro storico della città, è un’occasione per far apprezzare il territorio pordenonese alle oltre 100mila persone che hanno raggiunto Pordenone per il festival, con un notevole incremento di pubblico agli incontri. Una pacifica invasione che colora piazze, caffè, palazzi storici, ristoranti e negozi della città; da mattina a sera. Gli incontri (oltre 200) distribuiti in 40 sedi vengono affollati dai numerosissimi lettori-spettatori che cercano nella vasta offerta del programma quel particolare percorso di dialoghi ed eventi in grado la “loro” manifestazione. A Pordenone, grazie al festival, sono passati i grandi nomi della letteratura italiana e internazionale così che la città viene ormai definita la “piccola capitale del libro”. La partecipazione a tutti gli incontri è gratuita.
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Alla sera la poesia - Fondazione pordenonelegge.it
Introduzione
L’anno scorso sotto la Loggia del Municipio, nel cuore della città, sessanta poeti hanno letto i loro versi durante le cinque serate di pordenonelegge.it davanti ad un pubblico attento e appassionato, dando vita ad una vera e propria festa. Si ripete che è necessario l’approfondimento critico come bussola per orientarsi e dare una direzione al ramificato panorama della contemporaneità, ma non si deve dimenticare che sono altrettanto importanti la condivisione e l’ascolto, senza i quali la poesia perde qualcosa. Non tanto perché l’evento possa sostituire l’esperienza della lettura individuale o la riflessione sulla parola, quanto perché la poesia oggi ha bisogno di essere ascoltata, anche uscendo dalle proprie consuete nicchie. In questi tempi difficili o la poesia accetta questo rischio o diventa un discorso sempre lontano dalle persone a cui vorrebbe rivolgersi. Inoltre nel 2012 il festival ha partecipato al Crossroad European Literature Project in collaborazione con i festival di Cùirt in Irlanda e di Vilenica in Slovenia. Tale progetto intende creare una rete di condivisione di voci ed esperienze, ospitando autori stranieri e organizzando laboratori di traduzione. Tutto ciò per inventare uno spazio di incontri dove far nascere relazioni o consolidarne di esistenti e per far uscire la poesia e i festival letterari dal solo ambito nazionale, che forse è il limite più grave che ha caratterizzato la recente tradizione culturale italiana. Il futuro è invece il dialogo tra le letterature, che è dialogo tra culture per incontrare mondi diversi, facendoli propri, perché noi siamo anche gli altri. È per tutti questi motivi che abbiamo costruito questa antologia, che vuole essere una testimonianza di quei giorni e un modo per dire che pordenonelegge.it vive tutto l’anno anche fuori dai più conosciuti giorni del festival di settembre, perché la scintilla che lo muove si alimenta di continui progetti e iniziative. All’inizio del libro abbiamo riportato il calendario degli autori di Alla sera la poesia del 2012, che funge anche da indice: cliccando su ciascun nome, si ha la possibilità di andare direttamente alla pagina interessata. I testi sono quelli letti durante quelle serate e sono stati tradotti in inglese grazie al contributo di diversi autori, in particolare Daniela Sartogo, cui va un ringraziamento prezioso. Con questa antologia intendiamo dar vita ad una serie di pubblicazioni che possano far rivivere il festival oltre i giorni del festival, oltre che farci diventare editori delle iniziative e dei progetti in cui crediamo, nella speranza che possano essere utili a chi desidera avvicinarsi alla poesia.
Foreword
Last year under the Town Hall Loggia, in the very centre of the town, sixty poets read their poems throughout the five nights of pordenonelegge.it, before an attentive and keen audience, giving life to a real feast. It keeps being said that critical analysis is necessary as a compass to guide ourselves and point the way in the complex and varied scenario of contemporary times, but we mustn’t forget that sharing and listening are just as important and without them poetry lacks something. Not that the event itself might replace the experience of individual reading or meditating on the word; the point is that poetry needs to be listened to nowadays, leaving its usual restricted place. In these hard times, either poetry accepts to run this risk, or it is doomed to become a speech growing further and further away from the people it wishes to address. Besides, in 2012 the festival took part in the Crossroad European Literature Project, together with Cùirt Irish festival and Vilenica Slovenian festival. This project intends to create a sharing network of voices and experiences, hosting foreign authors and by organizing translation workshops. The aim is to devise a meeting place where new relationships can be created and the existing ones strengthened, where poetry and literary festivals are not confined only within their own national boundaries, which probably is the most serious limitation characterizing the recent Italian cultural tradition. In fact, the future is one of dialogue between literatures, that is a dialogue between cultures in order to meet different realities, making them our own, because we are the others too. All these reasons have brought about the making of this anthology, which wants to be a testimony to those days and a way to say that pordenonelegge.it goes on all year round, beyond the well-known five-day period in September, because the spark of creativity that fuels it, ignites with continual projects and initiatives. At the beginning of the book we included a schedule of the authors of At night, poetry 2012, which is also a table of contents: clicking on their names, you can be addressed right to your page of interest. The poems are the ones of last year’s reading, translated into English by different authors, Daniela Sartogo in particular, to whom we express our heartfelt thanks. Starting with this anthology we intend to give life to a series of publications that might not only revive the festival throughout the year, but also make us act as real publishers of projects and initiatives we believe in, in the hope that they might be of use to the ones wishing to approach poetry.
Le traduzioni, ove non indicato diversamente, sono di Daniela Sartogo.
CALENDARIO
Mercoledì 19 Settembre, 19.00
Letture di Ivan Crico, Manuela Dago, Silvio Ornella, Giacomo
Sandron, Giacomo Vit.
Mercoledì 19 Settembre, 21.00
Letture di Giovanni Catelli, Alberto Cellotto, Tommaso Di Dio,
Matteo Fantuzzi, Fabio Franzin, Antonio Prete, Giovanni Turra.
Giovedì 20 Settembre, 19.00
Letture di Filippo Amadei, Marco Bini, Natalia Bondarenko,
Luigi Natale, Marco Scarpa.
Giovedì 20 Settembre, 21.00
Letture di Franco Buffoni, Silvia Caratti, Alberto Casadei, Luigi
Nacci, Alberto Pellegatta, Tomaso Pieragnolo, Mary B. Tolusso.
Venerdì 21 Settembre, 19.00
Letture di Alberto Bertoni, George Elliott Clarke, Erika Crosara,
Lello Voce, William Wall.
Venerdì 21 Settembre, 21.00
Letture di Antonella Bukovaz, Maria Grazia Calandrone,
Giovanna Frene, Isabella Leardini, Laura Pugno, Giovanna
Rosadini, Rossella Tempesta.
Sabato 22 settembre, 20.30
Letture di Cristina Alziati, Maurizio Cucchi, Miljana Cunta,
Claudio Damiani, Milo De Angelis, Dejan Koban, Francesca
Merloni, Tibor Hrs Pandur, Antonio Riccardi, Mario
Santagostini, Francesco Scarabicchi.
Domenica 23 settembre, 19.00
Letture di Michele Obit, Aleš Šteger, Giorgio Manacorda,
Giulia Rusconi, Dušan Šarotar.
Domenica 23 settembre, 21.00
Letture di Pierluigi Cappello, Giovanni Fierro, Sebastiano
Gatto, Christian Sinicco, Francesco Targhetta, Francesco
Tomada, Giovanni Tuzet.
Cristina Alziati
Getta denso il camino un fumo, il vento
presto lo frantuma, la panettiera sotto casa
se chiedo pane talvolta non mi crede, ieri
mi ha regalato fichi e datteri
del suo paese. Al suo paese il ventre
stremato dei campi deflagra, anche l’ultimo
dei bambini che giocavano se n’è andato
forse era scalzo, avrà avuto
gli anni che anch’io avevo da bambina.
Un merlo canta nella luce rada, la gioia
che svela ficcata nel cuore,
e dissennata, mentre la svela duole.
Se chiudo gli occhi ci vedo nell’alta
campagna sostare, immenso a fronte il mare;
portiamo insieme fichi infanzia pane
ma in altra parte dell’alba, ad altra
che scende, che sorge ant e l u cem, p o s t h a e c .
Dense throws smoke a chimney, the wind
soon shatters it, the baker just below my house
sometimes does not believe me if I ask for bread, yesterday
she gave me figs and dates
from her country. In her Country the exhausted
womb of fields explodes, even the last
of playing children has gone
maybe he was barefoot, he probably had
the years that I had as a child.
A blackbird sings in the thin light, it reveals the joy
stuck in my heart,
and senseless, it aches while it unveils it
if i close my eyes i can see us in the high
countryside, immense the sea in front uf us;
we bring together childhood fig bread
but in another part of dawn, to another that comes
down, that is a n t e l u c em, p o s t h a e c.
Presto, dai vetri aperti stamattina
un baccano di uccelli s’è levato. Folli,
che fate, ho domandato alle chiome
ossidate nel giardino, è novembre.
Sbrigatevi, andate. Lasciate ch’io qui
resti ancora a chiamare per nome ogni cosa
il grido la piazza l’arrotino, a ripetere
il fosforo, il fosforo, il cargo, è mattina.
Il mendicante anche se giura
non verrà creduto. Lasciateci.
Che qui resti ancora a guardare, e altri
attraverso il deserto dei rami
tralucano alberi.
Early, from open windows this morning
a cacophony of birds has raised. Mad,
what are you doing, I asked the oxidized
foliage in the garden, it’s November.
Hurry up go! Let me stay
here yet to cal al by name
the cry the square the grinder, repeating
phosphorus, phosphorus, cargo, it’s morning.
The beggar even if he swears
wil not be believed. Leave us.
Remain here stil watching, and others
through the desert of branches
shine trees.
Sono rimasta in un piccolo
vento impigliata, fra un nespolo
un ciliegio un fico. La bellezza
degli alberi è impressionante,
te lo dico ora così. Tornerò a sciogliermi, più tardi
dentro il tempo archimedico, del mondo
presso la rosa, che non è la rosa
che è diventare una rosa.
I remained caught in a smal
wind, between a medlar
a cherry a fig tree. The beauty
of trees is impressive,
I’m tel ing you so now. I wil return to melt later
within archimedean time, of the world
near the rose, which is not a rose
that is become a rose.
Il saluto
Non mi sono voltata più, sono andata
nello stupore di esserci lasciati; in libreria
ho resistito il tempo di liberare
Pinter dallo scaffale, pagare uscire tornare,
tornare qui a via degli Àpuli, dove
la stanza è vuota, dove per la finestra
immensa entra la palma, e mi sovrasta
e mentre mi sovrasta a me si china
e non so più se è ferma oppure mossa
e non so più la voce di chi è, che dice
come sei bella, se la tua voce a me, se la mia a quella,
la voce che diceva quam pulcher rima –
The greeting
I didn’t look back again, I left
in wonder of leaving each other, in the bookshop
I resisted the time to release
Pinter from the shelf, pay go out come back,
come back here in Apulian road, where
the room is empty, where the immense palm
enters trough the window, and towers over me
and while it towers it bends to me
and I do not know if it is stil or moving
I do not know whose voice it is.
that says how beautiful you are, if your voice
to me, if mine to that one,
the voice that said q uam p u l c h e r r i m a -
I testi sono tratti da Come non piangenti (Marcos y Marcos, 2011).
Cristina Alziati è nata nel 1963 e ha studiato filosofia. Vive a Berlino e lavora come interprete. Il suo esordio risale al 1992, con la pubblicazione in antologia di una silloge di poesie introdotta da Franco Fortini. Successivamente ha dato alle stampe due raccolte di versi: A compimento (Manni, 2005; Premio Pasolini Opera prima 2006) e Come non piangenti (Marcos y Marcos, 2011), alla quale sono stati conferiti il Premio Marazza e il Premio Pozzale 2012.
Filippo Amadei
Oltre le ringhiere
Guardo il vecchio hotel del centro
tutto scalcinato, coi vetri in frantumi
coi mattoni a vista fuori dalla calce
resiste al desiderio dei miei occhi
di voltarsi e proseguire verso altri scenari
più nuovi e rassicuranti
come fanno questi turisti di fine luglio
dal passo sciolto, lontani
da tutto quanto sta attirando il mio interesse.
Resto fermo e guardo l’hotel anch’esso immobile
nella notte chiara e afosa, come un nobile
gigante pietrificato, senza un futuro che lo accolga
senza più canoni né chance per restare
nell’inversione di bellezza del presente.
Beyond the railings
I look at the old downtown hotel
all shabby, with shattered glass
exposed brick out of the lime
it resists the desire of my eyes
to turn around and go to other
newer and more reassuring scenarios
as these end-of-July tourists
with loose step, distant
from all that attracts my interest.
I stand motionless and look at the hotel still, as well,
in the clear and muggy night, as a petrified
giant noble, without a future ready to accept him
without canons or chances to stay
in the inversion of the present time’s beauty.
Ma oggi ho visto l’erba del suo giardino crescere
superare le ringhiere arrugginite del cancello
sono sempre più certo che la verità, anche la più piccola
idea creduta vera debba lottare contro un perimetro
ieri, passando, sarei stato forse un semplice turista
dal cuore a riposo, non avrei sentito certo
risuonare da un altro mondo la tenacia viva
di quelle pietre e un’incredibile speranza
diventare alta in me, come quell’erba
come cresce in verticale il mio verso.
But today I saw the grass in his garden grow
over the rusty railings of the gate
I’m always more certain that the truth, even the smallest
believed true idea must fight against a perimeter
yesterday, passing by, I would have perhaps been a tourist
with heart at rest, I wouldn’t have surely
heard from another world the living tenacity
of those stones and incredible hope
become tall inside of me, as the grass
so grows upright my line.
I nuovi giovani
Oggi sono andato al bagno dei nuovi giovani
con addosso un costume e una maglietta
logora e spiegazzata, fuori moda si direbbe
se non fosse stato per la mia statura
portata fiera, le spalle larghe, il petto all’infuori
avrei scardinato certamente quel buon costume
costruito su piccole e improbabili idee
di educazione, avrei buttato giù le barriere
imposte da infeconde convinzioni
sarei stato un puro scandalo davanti a tutti
quegli occhi così giovani e perfetti e pieni
di un qualche sgradevole futuro, riconosciuto
dissimile al branco dei corpi che si muovono
tutt’uno selvaggi
non io meno giovane di loro
ma io diversamente giovane.
Il mio aspetto mi ha salvato
da una guerra annunciata, come il naufrago
scampato senza meriti a una tempesta
eppure è inevitabile, tutto parte
da un’origine comune - le nubi
che si addensano all’orizzonte e il sole
la promessa senza scampo
che ogni giorno ognuno
non sa di fare a se stesso.
The new youngsters
Today I went to the bathings of the new youngsters
wearing a suit and a
worn and wrinkled shirt, old-fashioned it seems
if it had not been for my height
proudly carried, broad shoulders, chest out
I certainly would have undermined morality
built on small and unlikely ideas
of manners, I would have knocked down the barriers
imposed by sterile beliefs
I would have been a pure scandal in front of all
those eyes so young and perfect and full
of some unpleasant true, recognized
as different from the pack of bodies that moved
wildly as one
not I less young then them
but I otherwise young.
My looks have saved me
from an announced war, as a castaway
escaped without merits in a storm
yet it is inevitable, all starts
from a common origin - the clouds
that gather on the horizon and the sun
the hopeless promise
that every day each of us
doesn’t know to make to himself.
Davanti all’albergo sul mare
Oggi diventi il limpido delle finestre
che mi riflettono nel sole, diventi qualcosa
più simile all’aria di maggio
che fa rivivere i muri, la piscina secca
le palme impacchettate dentro al cellofan
quando credo le cose inanimate
è segno che l’inverno è stato duro
e mi ha fatto dimenticare persino
che quell’uomo con la barba sono io
quando sei in me, doloroso
come una croce inchiodata ai pensieri
gli oggetti prendono vita, si alzano
dal buio, lanciano a riva il ricordo di te
dopo il lavoro in albergo – eri un sorriso
allora, eri la spiaggia della tua fronte
tornata liscia, tu mi servi
per tornare me.
In front of the hotel on the beach
Today you become the clearness of
the windows
that reflect myself in the sun, you become something
more similar to the air of May
that brings walls, the dry pool, the
palm trees packed in plastic wrap to life
when I think things are lifeless
it means that winter was hard
and made me even forget
that I am that man with the beard
when you are in me, painful
as a cross nailed to thoughts
objects come to life, they rise
from the dark, throw the memory of yourself ashore
after work at the hotel - you were a smile
then, you were the shore of your brow
smooth again, I need you
to return to me.
L’azzurro del mare condensato nel tuo costume
spezzato, dello stesso colore, ma più denso
quasi materico, a rimarcare la falcata delle tue gambe
abbronzate verso l’acqua, resto in bilico tra questo
e l’altro azzurro che dilaga a macchia e ci ingloba
nel sogno del paesaggio, i lembi della vita
a volte hanno la forma inconsistente
di un dormiveglia estivo, si restringono
alla distanza breve che mi separa dalla tua bocca
la mezza torsione che fai col busto già bagnato
a chiedermi di seguirti là in mezzo, ho in testa