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L'Amante della Morte: L'Omicidio di Lord Yarioll
L'Amante della Morte: L'Omicidio di Lord Yarioll
L'Amante della Morte: L'Omicidio di Lord Yarioll
Ebook322 pages4 hours

L'Amante della Morte: L'Omicidio di Lord Yarioll

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About this ebook

Anche in un mondo magico ci sono misteri da risolvere, e quando la magia è usata per commettere un crimine, viene chiamato un mago investigatore della Torre Arcana per indagare. Hiari Talin è giovane, ma già un mago e un investigatore esperto, eppure il mistero della morte dell'erede del Casato Yarioll si rivelerà una sfida anche per lui. Grazie alle sue abilità divinatorie e all'aiuto dei suoi amici, alcuni dei quali davvero particolari, riuscirà a risolvere questo caso misterioso e a rispondere ad alcune domande sul suo passato e sulla sua vita.

LanguageItaliano
Release dateJun 3, 2013
ISBN9781301821303
L'Amante della Morte: L'Omicidio di Lord Yarioll

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    L'Amante della Morte - Matteo Capoferri

    Capitolo 1

    Con un lungo sospiro finì di leggere la pagina del tomo che aveva davanti, poi lo richiuse di scatto infastidito. Si appoggiò allo schienale della comoda poltrona su cui era seduto, allacciò le dita dietro la testa chiudendo gli occhi. Rimase in quella posizione per qualche minuto, intento a districare l’enigma in cui era incappato.

    Un rumore simile ad uno scampanellio interruppe i suoi pensieri facendolo girare di scatto verso lo specchio alle spalle della sua scrivania. La poltrona si girò seguendo il suo movimento finché non se lo ritrovò davanti. Lo specchio era ovale, abbastanza grande da contenere una figura a mezzo busto, con cornice intarsiata in oro. Due lunghi draghi orientali, uno rosso e uno giallo, si avvolgevano alla cornice fino a mordere la coda del gemello agli esatti opposti. Gli occhi smeraldo di entrambi luccicavano ad intermittenza.

    Il mago mosse con rapidità le dita di una mano. La superficie si fece opaca, poi in un turbinio di immagini apparve il viso di un uomo.

    Capitano Harden, sono piacevolmente sorpreso della sua chiamata. A cosa devo questa inaspettata cortesia?

    Il capitano aggrottò la fronte consapevole che c’era un vago sentore di rimprovero in quelle parole. Quando lo fece, mosse di scatto di lato la testa con un tic nervoso e una ciocca di capelli ingrigiti dall’età e dal suo stressante lavoro gli coprì l’occhio destro, facendogli brillare l’altro di una pericolosa luce color ocra. L’uomo si riportò i capelli dietro l’orecchio e ritornò ad apparire impassibile come sempre.

    Investigatore Capo Talin. Non mi fa piacere chiamarla sempre in circostanze di lavoro, ma c’è un caso in cui è necessaria la sua supervisione.

    A nessuno della Guardia Cittadina, combattente o mago che fosse, faceva piacere rivolgersi ad un investigatore della Torre Arcana. Prima di tutto perché gli investigatori erano indipendenti e quindi non rispondevano a nessuna autorità che non fossero i diretti superiori della torre e secondo, molto più importante, quando in un caso veniva richiesto l’intervento di un investigatore, questo era messo immediatamente a capo dell’indagine e tutti i membri della Guardia Cittadina affidati al caso dovevano seguire le sue direttive. Questo particolare non piaceva a nessuno.

    Hiari Talin aveva sempre cercato di pestare il meno possibile i piedi delle persone con cui lavorava, motivo per cui veniva richiesto più spesso degli altri investigatori. Non aveva ancora deciso se questa fosse una cosa positiva.

    Come mai avete bisogno della mia supervisione?

    Il nostro mago ha dei dubbi sulla causa della morte.

    Di chi?

    Gli occhi del capitano rimasero fissi sui suoi per qualche istante.

    Non ha ancora detto se è interessato.

    Non mi avete detto ancora nulla di veramente interessante. Chi è il vostro mago?

    Feiden, Dayt Feiden.

    Hiari conosceva il nome di quel mago. All’Accademia lo chiamavano Dayt Spada di Ghiaccio. Era un mago elementale molto dotato, con Affinità all’acqua. Quando aveva deciso di entrare nella Guardia Cittadina non era stata una vera e propria sorpresa, ma la cosa non era piaciuta a parecchie persone. Nonostante le sue doti fossero concentrate sul combattimento, aveva discrete doti da divinatore e si diceva che possedesse diversi oggetti che gli permettevano di coprire alcune mancanze che aveva l’arte elementale rispetto alla divinazione. Era un mago scrupoloso e molto preciso, senza contare che non gli piaceva che altri maghi si intromettessero nel suo lavoro. Se lui era il mago che aveva fatto le divinazioni preliminari e aveva deciso di richiedere un supervisore, allora le cose erano davvero serie. Serie e molto interessanti.

    Molto bene, prenderò in consegna la supervisione del caso. Ora mi dica chi è che è morto in circostanze così misteriose.

    Lord Yarioll.

    Padre o figlio?

    Il figlio. Il giovane rampollo di famiglia è stato trovato morto nel suo letto questa mattina. La serva che si occupa di lui lo ha trovato morto e la famiglia ha chiamato la Guardia Cittadina.

    Repentinamente?

    Apparentemente sì. Da quando sono passate le regole per la risoluzione di casi di omicidio da parte della Torre Arcana, anche i nobili sono impossibilitati a reclutare maghi indipendenti.

    Sono state approvate da poco, ma sono già molto controverse. Ben presto alcune pressioni dall’alto tenteranno di eliminare, o almeno cambiare, questa nuova regolamentazione.

    Ho sentito alcune lamentele anche io a tale proposito commentò il capitano annuendo con serietà. Assumere maghi della Torre Arcana permette solo di mantenere il controllo, ma non garantisce di poter usufruire della migliore risorsa che c’è, nel caso ci siano maghi indipendenti più competenti.

    Hiari sorrise.

    Anche se potrei prendermela, in linea di massima sono d’accordo con questa opinione. Comunque non avere mercenari e cacciatori di taglie tra i piedi durante le indagini fa comodo a tutti.

    Il capitano si limitò ad annuire.

    D’accordo, sarò alla villa degli Yarioll appena possibile. La stanza è stata messa in stasi?

    Appena sono sorti dubbi sulla causa di morte. Conosco il suo modo di operare, Maestro Talin. Comunque non siamo alla villa, ma in uno degli appartamenti in città.

    Ah. Non c’era bisogno di chiedersi cosa il rampollo di casa Yarioll facesse nel suo appartamento in città.

    È stato trovato morto solo lui?

    Non esattamente.

    Alcune voci sostenevano che il giovane Lord avesse gusti un po’ particolari, anche rispetto al resto della sua decadente famiglia.

    Alcune voci erano vere. Ho mandato una delle guardie per scortarla qui. Dovrebbe essere lì tra poco.

    Lo aveva già mandato? chiese incuriosito il mago

    Harden sorrise, anche se il suo era un sorriso tirato.

    Ero certo che sarei riuscito a stuzzicare la sua curiosità.

    Molto bene. Non credo avrò tempo di portarmi dietro uno dei miei soliti apprendisti, quindi Dayt dovrà assistermi in alcune operazioni.

    Non ne sarà felice.

    Ne sono certo, comunque potrei aver bisogno anche di assistenza magica in alcune divinazioni, non ne posso fare a meno.

    D’accordo, vedrò di informarlo.

    Perfetto. Sarò lì a breve.

    Perfetto. Ripeté il capitano.

    Con un movimento della mano, Hiari fece scomparire le immagini dallo specchio. Poi si riappoggiò allo schienale della poltrona.

    Un caso interessante. Commentò una voce alle sue spalle.

    Non sono d’accordo. Aggiunse un’altra voce subito dopo.

    Il mago si voltò verso la scrivania con un sorriso che rivelava appieno la sua giovane età. Nonostante il suo potere e la sua posizione non aveva ancora raggiunto la trentina e in apparenza sembrava anche più giovane. Portava i capelli castano chiaro sempre un poco in disordine e la carnagione abbronzata faceva risaltare i brillanti occhi color giada.

    Quando si fu voltato si ritrovò davanti due piccole statue di metallo a forma di drago, agli occhi di chiunque altro sempre immobili sulla sua scrivania. Uno dei due draghetti era d’oro lucido con occhi color topazio, mentre l’altro era in un metallo di cui non sapeva neanche il nome, di colore azzurro lucente con sfumature blu elettrico e occhi argento. Erano vive rappresentazioni di un drago d’oro e di un drago blu. Come conseguenza non erano quasi mai d’accordo.

    Unter era saggio come un drago d’oro, ma eccessivamente riflessivo. Quando arrivava ad una conclusione, raramente cambiava idea. Era altruista, come lo poteva essere un drago, e d’animo nobile. Tendeva a vedere il meglio degli altri fino a risultare ingenuo, ma era raro che si sbagliasse due volte su una persona. Hiari aveva avuto Unter quando si era diplomato all’Accademia della Torre Arcana.

    Fenrir d’altro canto prendeva decisioni repentine, basate più sull’emotività che sulla logica e quando le sue emozioni cambiavano, cambiavano anche le sue decisioni. Accadeva abbastanza spesso. Aveva la vena egoistica tipica dei draghi cromatici, ma non era crudele. Tendeva a dividere il mondo in creature che avevano un valore e creature inutili. Comunque quando si trattava di quel piccolo eletto gruppo di esseri che gli stavano a cuore si batteva fino a mettere in pericolo la sua stessa incolumità. Fenrir era stato affidato a Hiari quando era diventato Investigatore Capo della Torre Arcana.

    I due draghi avevano in comune poche cose. L’avidità dei draghi, il fatto di essere costrutti senzienti e Hiari.

    Spiegatevi. Disse sempre sorridendo il ragazzo.

    È un caso interessante. Ripeté Unter La vittima è un nobile con chissà quanti nemici, quindi parecchi possibili sospetti. In più sono certo che tutto questo ci porterà conoscenze utili. I nobili possiedono sempre informazioni preziose.

    Sono convinto che tutto ciò si rivelerà essere una scocciatura. Lo contraddisse il drago azzurro. Quando sia ha a che fare con le famiglie nobiliari ci sono sempre delle trappole, in ogni passo che si fa. Sono certo che ci metteranno dietro una spia per venire a sapere quello che scopriamo, una spia pericolosa che ci osserverà da molto vicino. Sicuramente troppo vicino. In più la presenza del mago elementale non mi piace.

    Mentre rifletteva sulle parole dei due draghi, Hiari giocherellava con un ciondolo, o per meglio quella che sembrava una sottile catena in cui erano stati infilati diversi anelli delle più strane forme e colori. Con un movimento della mano li fece ruotare uno dopo l’altro, prima di rinfilarli sotto la maglietta.

    Sono d’accordo. Un casato come quello dei Yarioll provocherà dei fastidi considerevoli. Comunque sono convinto anch’io che sarà un caso interessante e in più per un caso così importante avremo la possibilità di sfruttare senza problemi o restrizioni tutte le risorse della Torre Arcana. Un accesso di livello due.

    Gli occhi di entrambi i draghi luccicarono di bramosia facendolo nuovamente sorridere.

    Allora i problemi che avremo saranno poca cosa rispetto ai vantaggi. Facciamolo. La lingua di Fenrir sibilò tra i denti per l’eccitazione.

    Rimango dello stesso parere. Il caso sarà interessante. Ripeté Unter. Gli occhi, comunque, rispecchiavano le nuove implicazioni della faccenda.

    Bene, allora è deciso. Immagino che vorrete venire con me. Suppose il ragazzo allungando la mano.

    Unter si avvicinò allungando la testa verso la mano protesa facendo le fusa come un gatto. Fenrir si permise una strusciatina contro il dorso della mano, poi con un colpo d’ali saltò sul braccio. La sua coda si avvolse intorno al polso, poi richiuse le ali e la sua forma iniziò rimpicciolirsi finché non si trasformò in bellissimo bracciale azzurro della forma di un drago. Unter si concesse qualche altro istante di coccole, poi saltò sulla mano del ragazzo. Mentre si rimpiccioliva la sua coda si avvolse tre o quattro volte intorno all’indice, chiudendo le ali intorno al dito avvolgendolo. Abbassò la testa appoggiandola come fosse su un comodo giaciglio e diventò un elaborato anello d’oro.

    Hiari sorrise sfiorando con un dito sia l’anello che il bracciale. Entrambi vibrarono, apprezzando il contatto, poi però la voce di Fenrir aggiunse:

    Abbiamo del lavoro da fare.

    Sei il solito guastafeste. Replicò Unter

    Quando Hiari e i draghi erano in contatto diretto, potevano comunicare telepaticamente tra loro. Comunque il mago scosse la testa e non disse nulla.

    Si affrettò ad aprire l’ultimo cassetto della scrivania e a tirarne fuori una cintura in cuoio ricca di tasche con dentro tutti i suoi attrezzi del mestiere. Le molte tasche erano più grandi all’interno di quanto lo fossero all’esterno, permettendogli di portarsi dietro tutto quello che gli poteva servire, per qualsiasi tipo di esigenza. La divinazione era un’arte accurata e complessa, non si poteva praticarla con mezzi di fortuna. Almeno, lui la pensava così.

    Legata la cintura in vita, vi affibbiò alcune bacchette per difesa personale, infilò nelle tasche qualche oggetto che sarebbe potuto risultare utile e rinfoderò il suo pugnale che teneva sempre di traverso sul tavolo per comodità e praticità. Non aveva bisogno d’altro.

    Se la guardia era già arrivata, di sicuro era ferma nell’atrio d’attesa. Nessuno che non fosse un mago della Torre Arcana poteva entrare lì dentro senza un passi specifico. Dubitava che le guardie avessero avuto il tempo di procurarsene uno in così poco tempo.

    Hiari mosse la mano in gesti arcani e attivò le difese del suo studio. Chiuse la porta con una chiave inscritta di rune che attivò delle protezioni anche su di essa. Non era necessaria tanta sicurezza, ma era meglio tenersi vigili. L’investigatore capo Talin aveva il sospetto che ben presto qualcuno avrebbe tentato di entrarci per ottenere informazioni utili e lui non lo poteva permettere che qualcuno andasse a frugare nei suoi segreti.

    * * *

    Come aveva previsto la guardia che era stata mandata a prenderlo era in impaziente attesa nell’atrio della Torre Arcana. Discuteva con uno dei sorveglianti in tono agitato, a sprazzi alzando il tono della voce verso toni più acuti. Era giovane, non era più una recluta, ma non da molto. Portava la divisa di ordinanza della Guardia Cittadina, ruggine con bordi e risvolti carmini. Una spada corta allacciata al fianco sinistro e un pugnale al destro. Anche una spada corta necessitava di un’estrazione incrociata per uno della sua altezza, quindi presumibilmente era destro. Il pugnale aveva un’esotica lama ricurva che di certo non la rendeva una buona arma da lancio. I membri della Guardia Cittadina dovevano portare sempre addosso almeno un’arma da mischia e una da lancio, così gli avevano riferito. Quindi il ragazzo portava almeno un’altra arma su di sé, ben nascosta.

    Hiari si avvicinò e sentì il sorvegliante ripetere con fermezza:

    Mi spiace, ma non posso riferire nessun tipo di messaggio per suo conto. Non mi è possibile muovermi da questa posizione.

    Lo faccia fare a qualcun altro, allora. Il mio capitano ha richiesto la supervisione dell’investigatore capo Hiari Talin per un caso di omicidio.

    Non posso fare nulla per aiutarla, spiacente.

    La burocrazia e le regole nel cuore della capitale della magia diventavano via via più soffocanti. Hiari scosse la testa e si intromise nella discussione.

    Yaion, lascia perdere. Avevo il sospetto che ci sarebbero stati dei problemi così sono sceso.

    Maestro Talin, sono spiacente. Si esibì in un rapido inchino

    Non ti preoccupare.

    Ha bisogno di una scorta? chiese.

    Non ne ho bisogno, grazie. Non starò via così a lungo da necessitarne. Quando avrai finito il turno, vorrei che portassi questo al responsabile per gli accessi di turno. Gli passò una lettera con il suo sigillo personale, un drago con le ali spalancate e una runa.

    Sarà fatto, Maestro Talin.

    Grazie Yaion, ora ti lascio al tuo lavoro.

    Yaion si inchinò di nuovo.

    Quando hai scritto quella richiesta? indagò Unter

    Molto tempo fa, nella speranza che ben presto ne avrei avuto bisogno. Rispose il mago

    Un’ottima idea. Replicò il drago blu.

    Andiamo, non voglio far aspettare il capitano Harden.

    Sì, lasciate che vi conduca ai cavalli. Ne ho portato un secondo con me. Faremo molto prima che camminare per le vie della città.

    Bene, andiamo.

    La giovane guardia lo condusse all’esterno, verso un paio di cavalli in attesa. Uno era bruno con la sella e i colori della Guardia Cittadina, l’altro era bianco con strisce nere sui fianchi e una macchia dello stesso colore intorno all’occhio sinistro. Portava una sella comune, senza segni particolari.

    Non ha problemi a cavalcare, vero?

    Nessuno, comunque non ho mai cavalcato un cavallo.

    Creature insulse. Dichiarò Fenrir Non sono neanche in grado di volare.

    Che cosa cavalca di solito? chiese curiosa la guardia

    Aquile e gufi giganti. Draghi alle volte.

    Draghi, veramente?

    Veramente. Assicurò Hiari, allungando una mano verso il suo cavallo. Questo annusò curioso, poi gli permise di toccarlo. Gli accarezzò il muso delicatamente. Nel momento in cui avvenne il contatto ci fu un brivido di potere che si estese dal cavallo fino al mago.

    Che è stato? chiese il drago d’oro

    Sembrava la sensazione che si prova quando si è a contatto con una fonte di potere.

    Era molto più intensa. Analizzò Fenrir

    È vero, ma questo cavallo è solo un cavallo.

    Sì, solo un insulso animale. Ripeté il drago blu

    Nessun tipo di magia. Confermò Unter

    Il cavallo intanto si era avvicinato maggiormente, facendo si che la mano che lo accarezzava scivolasse lungo il collo. L’animale nitrì di gioia. Hiari non sapeva spiegarne il motivo, ma ne era certo.

    Mai visto uno stallone fare così. Se lei fosse un cavallo, direi che si è innamorato.

    Beh, cosa posso dire. Giuro che non sono un cavallo.

    La guardia ridacchiò e montò.

    Hiari diede diverse pacche affettuose al collo dell’animale, poi si spostò sul fianco sinistro.

    Se questa è la reazione al semplice contatto, cosa succederà se lo monto.

    Non hai che da provare. Rispose Unter

    Dopo un momento di esitazione montò. L’energia che gli aveva fatto vibrare la mano invase il suo corpo, come un’onda. Era una sensazione piacevole, molto piacevole.

    Avvertì lo sguardo della giovane guardia alle spalle e si voltò. O perlomeno pensò di voltarsi e fu il cavallo a farlo.

    Il ragazzo aveva la fronte aggrottata e lo sguardo intento.

    Che c’è?

    È vero che non era mai stato a cavallo? Non mi ha mentito?

    Perché avrei dovuto?

    Scrollò le spalle.

    I maghi sono strani.

    Questo è vero, ma io non lo sono fino a questo punto. Ora però è meglio andare. Fai strada.

    La guardia annuì e condusse il cavallo al trotto. Con un semplice pensiero Hiari fece fare al suo la stessa cosa.

    Tutto ciò è davvero strano. Disse Unter esprimendo i suoi stessi pensieri.

    Capitolo 2

    Il viaggio lungo le strade della città non era durato tanto. Il luogo dove Lord Yarioll era stato trovato morto era in una zona molto bella della città. C’erano solo case di ricchi, nobili o commercianti. Alcune erano state addirittura costruite con materiali pregiati: marmi bianchi e rosa erano abbastanza comuni lì intorno.

    L’appartamento del defunto rampollo di casa Yarioll era simile a tutte le case che c’erano intorno. Era su due piani, riccamente adorno di decorazioni sulla facciata. Due tigri in pietra presidiavano l’ingresso, simbolo della casata Yarioll.

    C’erano due guardie davanti all’entrata e parecchie altre nel giardino antistante. Anche da fuori si sentivano voci concitate che parlavano all’interno. Qualcuno discuteva, probabilmente urlando.

    Smontando da cavallo, Hiari picchiettò affettuosamente la mano sul collo dell’animale.

    "Grazie per il passaggio, Seijan."

    Il cavallo nitrii battendo uno zoccolo a terra due volte. Il mago sorrise e si voltò verso la guardia più vicina.

    Sono l’Investigatore Capo Hiari Talin. Sto cercando il capitano Harden.

    L’uomo lo squadrò per un istante, poi annuì indicando di seguirlo. La giovane guardia gli si affiancò sulla destra.

    "Che cosa significa, Seijan?"

    "Seijan?"

    Il nome con cui ha chiamato il cavallo. Aggiunse

    Io … non lo so. Lo trovavo un bel nome per un cavallo.

    "È Sindrill, significa Destino se non erro."

    Io non conosco il Sindrill, qualche parola forse, ma di certo non quella che ho usato.

    Bene, i misteri si infittiscono. Replicò felice il drago d’oro.

    Oltrepassate le guardie alla porta, entrarono in casa. Ben illuminato da luci magiche, nonostante tutte le finestre fossero sbarrate, il piccolo ingresso era così affollato che a malapena erano visibili le scale che portavano al piano di sopra. Tra i mobili in legno pregiato e gli arazzi che coprivano le pareti bianche, discutevano cinque persone. O per essere più precisi due persone discutevano e le altre assistevano immobili alle loro spalle.

    Hiari riconobbe il capitano Harden per la sua stazza massiccia. Non era alto, ma nonostante l’età era ancora ben piazzato, con muscoli ben visibili anche attraverso la divisa. Portava alla cintura una stella del mattino e un pugnale da lancio.

    Alle sue spalle c’erano il suo secondo, Ramsfiels doveva essere il nome, e Dayt Feiden. Come pessima abitudine tipica dei maghi si concentrò solo sul mago, ignorando quasi completamente l’altro. Aveva sentito parlare di lui, ma non lo aveva mai incontrato di persona. Appariva giovane, anche se con tutta probabilità la sua vera età si aggirava intorno alla trentina. I maghi elementali invecchiavano più lentamente e vivevano più a lungo dei comuni esseri umani, addirittura più a lungo degli altri maghi. Portava camicia e pantaloni di seta tipici dei maghi elementali, blu con decorazioni d’argento. Non portava i colori della Guardia Cittadina, ma il simbolo che li rappresentava: la spada incatenata, che era ricamato sul braccio sinistro. Era di altezza media, anche se leggermente più alto di Hiari, i suoi capelli erano corvini e gli occhi color carbone. Alla cintura portava il saktek, un’arma d’ordinanza dei maghi elementali simile allo stocco, e due bacchette.

    Armi interessanti. Commentò Fenrir

    Davanti al capitano c’era un uomo riccamente vestito, giovane e con i tratti caratteristici della famiglia Yarioll. Capelli biondi, così chiari da sembrare bianchi, tratti morbidi e avvenenti, atteggiamento arrogante. Un smorfia di disprezzo era scritta a chiare lettere sul suo volto. Alla sua destra, un passo dietro di lui, stava una donna con il capo chino. Dal suo abbigliamento e dal suo atteggiamento doveva essere la serva di casa. Sembrava cercasse disperatamente di sparire da lì con un semplice atto di volontà. Alcune righe di lacrime decoravano il suo viso e gli occhi erano rossi. La guancia sinistra era arrossata. Qualcuno l’aveva schiaffeggiata. Gli occhi di Hiari tornarono a quello che decise essere un parente prossimo del defunto, forse il figlio di una delle sorelle del vecchio Lord Yarioll. Era stato mandato come rappresentante, un membro della famiglia, cosa alquanto inconsueta. La situazione doveva essere parecchio delicata.

    … non sono più disposto ad accettare altri comportamenti simili da parte vostra. La vostra mancanza di rispetto è oltremodo oltraggiosa.

    Le ripeto che queste sono le procedure che siamo obbligati a seguire, Lord.

    Quindi gettare ignominia su una casato antico come quello dei Yarioll sarebbe una procedura consueta? chiese con voce sprezzante

    Dobbiamo interrogare i possibili testimoni di questo omicidio. Non lo si può fare in altro modo.

    Molto bene, riferirò le vostre parole a mio zio. Sono sicuro che lui rimarrà molto impressionato da queste procedure. Il giovane aveva sfoderato la sua arma vincente, così almeno credeva. Un’altra caratteristica ereditaria del casato sembrava essere una mente lenta e limitata. Troppe unioni tra consanguinei avevano danneggiato la discendenza.

    Signori, si può sapere cosa causa tanto turbamento. Le vostre voci sono udibili anche all’esterno della casa. Intervenne Hiari.

    Tutti, al di fuori della serva, si voltarono verso di lui. Negli occhi del capitano scintillò una luce di sollievo. Il motivo era chiaro, ora che c’era lì un supervisore, tutte le grane sarebbe passate a lui. Il secondo di Harden rimase impassibile, mentre c’era una vaga luce irritata negli

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